Aumento dell’età pensionabile, la decisione del Governo: pronto un provvedimento urgente

Il Governo sta lavorando per fermare l’adeguamento dell’età pensionabile previsto dal 2027 in virtù dei nuovi dati Istat sulla speranza di vita degli italiani.

Dal 1° gennaio 2027 i requisiti per accedere alle pensioni di vecchiaia e anticipata verranno adeguati alla speranza di vita degli italiani. Secondo i nuovi dati demografici, pubblicati di recente dall’Istat, la vita media dei cittadini italiani nel 2024 si è allungata di 5 mesi rispetto all’anno precedente attestandosi a 83,4 anni.

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Aumento dell’età pensionabile, la decisione del Governo: pronto un provvedimento urgente (Viagginews.com)

Per quanto questo possa rappresentare una buona notizia in ambito sanitario, i nuovi dati avranno delle ripercussioni sul sistema pensionistico. La legge in vigore, difatti, prevede che ogni due anni l’età pensionabile venga adeguata alla speranza di vita, dunque, salirà l’età per accedere alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata. Il Governo sta lavorando per cercare di bloccare il meccanismo in questione ed impedire che i requisiti vengano modificati.

Età pensionabile, come cambieranno i requisiti dal 2027: il Governo lavora ad uno stop

La vita degli italiani si è allungata di 5 mesi rispetto al 2023. A confermarlo è l’ultimo report dell’Istat sulla situazione demografica del nostro Paese, ora secondo in Europa per aspettativa di vita, dietro solo alla Spagna a quota 84 anni, e tra le Nazioni più longeve a livello globale.

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Età pensionabile, come cambieranno i requisiti dal 2027: il Governo lavora ad uno stop (Viagginews.com)

Dopo la pubblicazione dei dati Istat si è acceso un dibattito, considerato che l’innalzamento della speranza di vita porterà ad un adeguamento dell’età pensionabile. In particolare, seguendo l’attuale normativa, per accedere alla pensione di vecchiaia serviranno, dal 2027, 67 anni e 3 mesi (3 mesi in più rispetto al requisito attuale), mentre per la pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne.

Il Governo, secondo quanto riportato dai colleghi di Repubblica, starebbe lavorando per fermare l’adeguamento inserendo la misura in un pacchetto di interventi previsto per gli inizi del prossimo mese. Da quanto emerso, lo stop potrebbe essere introdotto solo per il 2027 per poi procedere con le opportune valutazioni dall’anno successivo. Per intervenire ci sarebbe tempo sino alla fine dell’anno in corso e, secondo, il sottosegretario al ministero del lavoro, Claudio Durigon non sarebbe impossibile considerando che sarebbero necessari circa 200 milioni di euro, cifra considerata non proibitiva. Di altro parere, invece, l’ex ministra Elsa Fornero che ha rilasciato un’intervista al programma DiMartedì: secondo l’economista autrice della riforma sulle pensioni, per fermare l’adeguamento servirebbero circa 4 miliardi di euro.

Non resta adesso che aspettare le prossime settimane per capire come il Governo interverrà sul punto, considerando anche i cosiddetti “esodati, ossia i circa 44mila lavoratori che hanno programmato l’uscita anticipata dopo il 2027 e che potrebbero rimanere per 3 mesi senza stipendio né pensione.

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