Tachipirina 1000, il rischio (serio) che corri se la dividi in due

Sebbene venga spesso sottovalutato, spezzare i farmaci come la Tachipirina è una pratica non solo sbagliata, ma anche potenzialmente dannosa per l’organismo.

I farmaci rappresentano oggi un supporto indispensabile per chi ne ha bisogno; una risorsa che la medicina ha messo a disposizione nel tempo per curare diverse malattie e patologie. Per questo motivo non andrebbero demonizzati, ma ciò non toglie che l’abitudine – e talvolta la leggerezza – con cui vengono assunti può farci dimenticare alcune precauzioni fondamentali.

Tachipirina 1000 spezzata in 2 e appoggiata su un tavolo
Tachipirina 1000, il rischio (serio) che corri se la dividi in due – viaginews.com

A lanciare l’allarme è stata la dottoressa Escobar, che ha messo in guardia i suoi followers da un gesto tanto comune quanto rischioso: dividere i farmaci. Una pratica frequente, soprattutto quando la compressa è troppo grande o difficile da deglutire.

Prendiamo il caso classico della Tachipirina: non è raro ritrovarsi con una compressa da 1000 mg e decidere di spezzarla per assumere una dose minore. Tuttavia, per quanto possa sembrare una scelta logica e innocua, questa abitudine nasconde diverse criticità, che potrebbero avere ripercussioni reali sulla nostra salute.

Perché non bisogna dividere i farmaci in due: la dottoressa risponde

Come accennato, spezzare i farmaci a metà è un’abitudine molto diffusa. C’è chi lo fa perché la compressa è troppo grande da deglutire, chi per ridurre il dosaggio, chi – semplicemente – per comodità. Ma il problema è che non tutti i farmaci possono essere divisi, e in certi casi farlo può compromettere l’efficacia del principio attivo o, peggio, creare rischi per la salute.

Compressa in piedi su un tavolo
Perché non bisogna dividere i farmaci in due: la dottoressa risponde – viagginews.com

È proprio il caso della Tachipirina 1000, spesso spezzata per assumerne solo metà. Il ragionamento sembra logico: “ne prendo solo 500 mg, tanto è lo stesso”. In realtà, non è così semplice. Alcune compresse sono progettate per rilasciare il principio attivo in modo controllato o in una specifica area del tratto digestivo. Se si rompe la compressa, si altera questo equilibrio.

La dottoressa Escobar lo ha spiegato chiaramente: alcuni farmaci sono rivestiti da una pellicola che serve a proteggerli dagli acidi dello stomaco, oppure a impedirne l’assorbimento troppo rapido. Spezzare la compressa significa rompere quel rivestimento e modificare completamente il comportamento del farmaco nel corpo.

Inoltre, anche se la compressa sembra dividersi in due parti uguali, la quantità di principio attivo non è detto che sia equamente distribuita. Il risultato? Una dose sbilanciata, inefficace o troppo forte in un’unica assunzione – senza omettere l’eventuale sovradosaggio giornaliero.

Insomma, se non è espressamente indicato sul foglietto illustrativo, la compressa non si divide. E questo vale ancora di più per farmaci comuni come la Tachipirina che comporta rischi nel caso se ne assumesse troppa. Ovviamente ci sono pareri favorevoli e contrari dopo tale dichiarazione, ma ciò non toglie che un filo di accortezza in più a questi dettagli non può fare male.

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