A sorpresa emerge una nuova cura a cui potranno sottoporsi le donne affette da tumore al seno, in grado di aumentare le loro possibilità di guarigione.
La ricerca scientifica negli ultimi anni ha certamente compiuto importanti passi di gigante e ha aumentato le possibilità di guarigione per diverse malattie, comprese quelle che fino a qualche tempo fa erano considerate quasi una condanna a morte. È però comunque fondamentale tenere a mente quanto la prevenzione abbia un’importanza cruciale, a maggior ragione per quella che è la neoplasia più diffusa tra le donne, il tumore al seno, che dovrebbero sottoporsi a controlli almeno annuali così da individuare il problema quando è ancora in fase iniziale.

Nonostante tutto, l’idea di sottoporsi a una cura importante come la chemioterapia spaventa ancora tantissimo a causa dei forti effetti collaterali che può generare, tra cui la perdita totale dei capelli. In quei momenti una paziente fatica a guardarsi allo specchio e non riesce ad accettarsi del tutto, nonostante sappia quanto sia fondamentale fare le sedute. Ora, però, le cose potrebbero finalmente cambiare, grazie a una cura innovativa che è stata recentemente scoperta.
La nuova cura per il tumore al seno: cosa può cambiare per le donne
Pensare che possano esserci novità importanti quando si tratta di gravi malattie che fanno paura quando vengono diagnosticate può permettere di tirare un grande sospiro di sollievo. Il pensiero può essere quindi unanime anche in merito a una neoplasia che può coinvolgere ancora adesso tantissime donne, comprese le giovani, nonostante in passato si pensasse diversamente. il tumore al seno.
I ricercatori sono al lavoro da tempo anche in questo ambito, per questo non possono che essere soddisfatti all’idea di quanto emerso recentemente, notando quanto possa rivelarsi efficace una cura innovativa. Si tratta della crioablazione, termine con cui si definisce una tecnica alternativa alla chirurgia che sfrutta il freddo per asportare e/o condurre a morte il tessuto biologico malato.

Il freddo è creato utilizzando gas argon o azoto liquido ad alta pressione, inserito attraverso un canale sottile nell’ago criogenico e rilasciato dalla sua punta. Nel momento in cui si registra il calo di pressione la temperatura cala drasticamente, arrivando a toccare anche i -140°. All’interno delle cellule si formeranno dei cristalli di ghiaccio, che permetteranno di eliminare il tessuto colpito dalla neoplasia, il tutto in modo poco invasivo, senza generare dolore nella malata.
La crioablazione, è bene precisarla, non rappresenta una novità assoluta in medicina, fino ad ora infatti era adatta per trattare fibroadenomi e alcuni tumori mammari. I primi sono considerati una forma di tumore benigno, che può essere possibile avvertire già al tatto, con questo intervento possono essere ridotti in maniera notevole. Per quanto riguarda il tumore al seno nello specifico, invece, può essere consigliata per i carcinomi duttali invasivi (IDC) fino a 2 cm di dimensione e un successo del 100% per IDC inferiori a 1 cm, con un’efficacia che va dall’85 al 100%.
Se si decide di adottarla è necessario che la sfera di ghiaccio superi i bordi del tumore di almeno diversi millimetri. Una volta concluso l’intervento, la paziente potrebbe notare una piccola perdita di siero dal sito, che può però risolversi nell’arco di 24-48 ore. Anche eventuali lividi sulla zona interessata possono essere ritenuti normali, così come un nodulo palpabile, nell’arco di breve tempo il problema è destinato a essere eliminato.