Bollicine ad alta quota: inaugurata in Italia la cantina a 2100 metri d’altezza

Un’esperienza unica: bollicine ad alta quota, inaugurata in Italia la cantina a 2100 metri d’altezza. Eccellenza in montagna

Con questa inaugurazione si è consolidato il ruolo pionieristico nella viticoltura d’altezza ma apre nuove frontiere per gli appassionati del mondo vinicolo invitandoli ad esplorare le meraviglie nascoste tra le vette innevate del Monte Bianco.

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Bollicine ad alta quota: inaugurata in Italia la cantina a 2100 metri d’altezza – evigarbolinophotographer – viagginews.com

In un’atmosfera carica di aspettative e fascino, sabato 22 febbraio, si è tenuta l’inaugurazione della nuova cantina sperimentale di Cave Mont Blanc, situata a 2.173 metri di altitudine presso il Pavillon du Mont Fréty del Skyway Monte Bianco, a Courmayeur. Questo evento segna un capitolo significativo nella storia della viticoltura alpina, introducendo un nuovo spazio dedicato alla celebrazione e alla scoperta dei segreti della produzione vinicola in alta quota.

Lo spumante ad alta quota

La collaborazione tra Cave Mont Blanc e il rinomato studio di architettura Giò Forma ha portato alla realizzazione di questo progetto ambizioso che si propone come simbolo dell’eccellenza alpina. La cantina non solo offre una vista mozzafiato sulle vette circostanti ma invita i visitatori in un viaggio attraverso le storie autentiche dei vignaioli di montagna e i processi innovativi che caratterizzano la spumantizzazione in quota.

Il cuore pulsante dell’iniziativa è rappresentato dallo spumante Pas dosé “Cuvée des Guides”, prodotto esclusivamente in queste condizioni ambientali estreme. Questo vino rende omaggio alle Guide Alpine di Courmayeur e simboleggia l’unione tra la tradizione vitivinicola locale e l’avventura alpina. La produzione dello spumante avviene interamente in alta quota, dove le particolari condizioni climatiche contribuiscono a creare bollicine rareficate ed esclusive.

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Lo spumante ad alta quota – evigarbolinophotographer – viagginews.com

L’impegno verso la ricerca scientifica gioca un ruolo cruciale nell’operatività della cantina: grazie alla collaborazione con il dipartimento di Enologia dell’Università di Torino, Cave Mont Blanc sta approfondendo lo studio delle influenze dell’ambiente d’alta quota sul processo di spumantizzazione. I risultati attesi entro fine anno promettono ulteriori insight su questa pratica vinicola distintiva.

La struttura del Pavillon non è solo una cantina ma si configura come un vero e proprio tempio dedicato alla viticoltura eroica di montagna. Al suo interno trova posto una parete realizzata con circa 3.000 bottiglie riciclate provenienti da Skyway Monte Bianco e l’opera “lo Blanc de Blanc”, creata dall’artista Michel Olmi che incornicia poeticamente le vigne ai piedi del Monte Bianco.

L’intervento ha visto la partecipazione attiva delle imprese locali per quanto riguarda costruzione strutturale, impiantistica ed elementi multimediali; anche l’area destinata all’affinamento è stata oggetto di rinnovamento per consentire ai visitatori una visione diretta dello stadio riposo delle bottiglie.

Durante l’evento inaugurale sono state affrontate tematiche relative al valore sociale e culturale della viticoltura montana con interventi da parte di esperti nazionali ed europei nel campo agronomico ed enologico. L’enfasi sulla cooperazione tra gli attori del settore emerge come fattore chiave per garantire non solo la sopravvivenza ma anche lo sviluppo innovativo dell’agricultura d’altezza.

Le parole del Presidente Nicolas Bovard hanno risuonato come testimonianza dell’impegno collettivo verso eccellenze valdostane unite nella valorizzazione del territorio: “Oggi celebramo uno sforzo comune che testimonia quanto possiamo raggiungere quando lavoriamo insieme con visione.”

Federica Bieller ha sottolineato il valore aggiunto rappresentato dalla nuova cantina per l’esperienza offerta da Skyway Monte Bianco: “Questo progetto arricchisce notevolmente la nostra offerta trasformando ogni visita in un’avventura culturale ed enogastronomica.”

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