Una grande eruzione vulcanica in arrivo, ed il mondo non sembra preparato: cosa sta accadendo? lo spiegano gli esperti
La storia umana è stata segnata da eventi catastrofici che hanno messo alla prova la resilienza delle civiltà. Tra questi, le eruzioni vulcaniche rappresentano una minaccia significativa, in grado di alterare drasticamente l’ambiente e le condizioni di vita su vasta scala. Attualmente, gli scienziati lanciano un allarme preoccupante: siamo in procinto di assistere a una massiccia eruzione vulcanica, di fronte alla quale il mondo si mostra incredibilmente impreparato; lo spiega il sito specializzato Passione Astronomia, partendo da un articolo della CNN.
Il Tambora nel 1815 serve come precedente storico, illustrando le potenziali conseguenze di un simile evento nell’era moderna. Quell’eruzione fu responsabile dell'”anno senza estate”, con effetti devastanti su clima, agricoltura e società a livello globale. Ora, a distanza di oltre due secoli, i segnali geologici suggeriscono che ci troviamo nuovamente sull’orlo di un fenomeno analogo.
Markus Stoffel, professore di climatologia all’Università di Ginevra, sottolinea come le prove geologiche indichino una probabilità su sei che un evento di tale portata si verifichi entro questo secolo. La situazione attuale si distingue però per un contesto diverso: un pianeta più popolato e già alle prese con i cambiamenti climatici indotti dall’uomo. L’anidride solforosa emessa durante le eruzioni vulcaniche ha il potere di modificare temporaneamente il clima terrestre e di influenzare i modelli meteorologici globali. Questo gas può raggiungere la stratosfera, dove forma particelle aerosol che riflettono la luce solare nello spazio, causando un abbassamento delle temperature globali.
Alan Robock della Rutgers University evidenzia come tali particelle possano persistere per anni nell’atmosfera terrestre, influenzando negativamente le precipitazioni. In particolare, potrebbero essere compromessi i sistemi monsonici vitali per l’agricoltura in Africa e Asia. La minaccia immediata riguarda soprattutto le comunità situate nelle vicinanze dei vulcani attivi. Circa 800 milioni di persone vivono entro 100 chilometri da un vulcano attivo, una massiccia eruzione in queste aree potrebbe avere conseguenze dirette disastrose.
Nonostante l’evidente pericolo, sembra mancare una consapevolezza globale sui rischi associati a tali eventi naturali estremi. Secondo esperti come May Chim dell’Università di Cambridge e lo stesso Markus Stoffel, la difficoltà principale risiede nella previsione dell’evento: nonostante gli studi geologici e i monitoraggi satellitari avanzati, è quasi impossibile prevedere con precisione quando e dove avverrà la prossima grande eruzione.
Tuttavia, l’impossibilità di prevedere con esattezza non significa che non possiamo prepararci adeguatamente. Gli scienziati invitano a valutare gli scenari peggiori ed elaborare piani d’emergenza che includano evacuazioni preventive e la gestione delle scorte alimentari post-eruzione.