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Curiosità

Nella foto natalizia più iconica del mondo c’è un segreto che nessuno conosce

E’ senza dubbio la foto natalizia più iconica del mondo, e nasconde un segreto che nessuno conosce. Siamo a New York

Ogni anno, New York si illumina di magia con il Rockefeller Center che diventa teatro di una tradizione natalizia senza tempo. Al centro di questa magia troviamo le figure degli angeli, opere dell’artista Valerie Clarebout, che con le loro ali maestose e trombe lunghe sei piedi, si ergono a simbolo delle festività al pari del celebre albero del Rockefeller Center. Queste sculture, realizzate con chilometri di filo, incarnano non solo l’abilità artistica di Clarebout ma anche un pezzo di storia natalizia della città.

Gli angeli del Rockefeller Center – rockefellercenter.com – viagginews.com

Nel 1955, Clarebout fu incaricata di progettare questi messaggeri celesti per i Channel Gardens, dando vita a un’installazione che avrebbe lasciato un’impronta indelebile sulla tradizione natalizia di New York. Utilizzando 75 libbre di filo per ciascuna delle dodici figure e impiegando in totale 76 miglia di materiale, tra cui filo di alluminio e ottone, oltre a migliaia di luci in miniatura, l’artista ha creato uno spettacolo unico nel suo genere.

La storia degli angeli del Rockefeller Center

Queste sculture rappresentano un elemento distintivo nel panorama artistico del Rockefeller Center, sottolineando l’unicità del lavoro di Clarebout, l’unica artista il cui lavoro viene regolarmente installato e rimosso ogni anno. Questa semi-permanenza conferisce agli angeli una presenza quasi mitologica, arricchendo la tradizione natalizia newyorkese.

Valerie Clarebout, nata agli inizi del 1900, dopo studi prestigiosi a Londra e Parigi, si trasferì negli Stati Uniti nel 1952. La sua collaborazione con Robert Carson, l’architetto del Rockefeller Center, segnò l’inizio della creazione degli angeli. Oltre a questi, produsse opere come jack-in-the-box giganti e pupazzi di neve alti nove piedi, dimostrando una versatilità artistica notevole.

Gli angeli nel 1954-56, archivio del Rockefeller Center – rockefellercenter.com – viagginews.com

Clarebout aveva un legame profondo con il periodo natalizio, vedendolo come una rinascita della terra stessa, visione alimentata dalle sue avventure in luoghi esotici come Messico, Sud America ed Africa. L’influenza di queste esperienze si riflette nella scelta dei materiali e nelle tecniche utilizzate per gli angeli, con le ali che presentano una rete metallica sottile, simile a un ricamo, e il metallo dipinto di bianco per creare un effetto visivo che richiama i paesaggi invernali.

Un’altra fonte d’ispirazione per Clarebout fu l’inno “All Things Bright and Beautiful”, che celebra la bellezza naturale del mondo. Questo amore per il mondo naturale si riflette nella delicatezza con cui ha modellato ogni figura angelica, rendendola parte integrante dello spettacolo celeste che affascina i visitatori del Rockefeller Center ogni anno.

Nonostante la scomparsa di Valerie Clarebout nel 1982, la sua eredità continua a vivere attraverso gli angeli che adornano i Channel Gardens, conservati in magazzini climatizzati fino alla loro riapparizione durante le festività, annunciando ai passanti la gioia natalizia proprio come inteso dalla loro creatrice.

Zarina Chiarenza

Romana, classe ’74. Laureata in lingue, certificata in CoachingbyValues. Mi piace scrivere e raccontare storie. Il mio più grande pregio: sono del segno della Vergine. Il mio più grande difetto: sono del segno della Vergine. Il mio motto: “Lascia sempre spazio per il dolce”.

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Zarina Chiarenza