La Toscana si conferma ancora una volta terra di innovazione e tradizione, dove il passato incontra il presente in modi sorprendenti.
È proprio sulle colline di Rosignano Marittimo (LI), all’interno del Parco Culturale di Camaiano, che nasce il primo archeo-agriturismo d’Italia, un progetto che fonde la passione per l’agricoltura con l’amore per l’archeologia.
L’Agriturismo Cappellese è al centro di questa iniziativa unica nel suo genere. Situato in una zona già ricca di storia medievale, ospita le fondamenta della Pieve di San Gerusalemme e San Giovanni Battista, un edificio che prima della peste nera del ‘300 era un importante luogo di culto. Questa scoperta non solo arricchisce il valore storico e culturale dell’area ma apre anche nuove possibilità per il turismo rurale.
L’impegno della Coldiretti Toscana
Coldiretti Toscana ha evidenziato come l’esperienzialità sia diventata un motore fondamentale del turismo rurale. Con oltre 5.600 strutture agrituristiche sul territorio, la regione si pone all’avanguardia nel promuovere attività che legano strettamente la produzione agricola alla cultura e al turismo. Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana, sottolinea come gli imprenditori agricoli abbiano saputo valorizzare le tradizioni locali contribuendo significativamente al successo del turismo rurale.
L’agriturismo offre ai suoi ospiti non solo accoglienza e prodotti tipici ma anche la possibilità di partecipare a scavi archeologici guidati da esperti del settore. Questa esperienza didattico-culturale è resa possibile grazie al supporto del Comune di Rosignano Marittimo, del Parco Culturale di Camaiano e dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Gli scavi hanno portato alla luce la Pieve perduta di Camaiano, offrendo agli ospiti dell’agriturismo una connessione diretta con la storia millenaria della regione.
Il cammino verso il sito archeologico è un viaggio attraverso vigne e campi colorati dalle diverse stagioni; una passeggiata nella natura che si trasforma in esplorazione storica grazie agli studi condotti dagli archeologi coinvolti nel progetto. La scoperta dell’antica Pieve è stata possibile grazie all’utilizzo innovativo delle foto satellitari che hanno permesso agli studiosi di identificare anomalie nella crescita delle colture indicando così la presenza sottostante dell’edificio sepolto.
Questo progetto non solo valorizza le risorse naturali ed enogastronomiche della regione ma riporta alla luce pezzi importanti della sua storia antica. L’iniziativa rappresenta un modello virtuoso dove agricoltura e cultura possono andare a braccetto creando esperienze indimenticabili per i visitatori e contribuendo allo stesso tempo alla conservazione dei tesori nascosti del nostro territorio.