Un decennio di record climatici tra gennaio e settembre 2024: registrata la temperatura più alta di sempre, le previsioni
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico ha segnato la storia del nostro pianeta con cifre allarmanti. La temperatura media globale dell’ultimo decennio si è attestata come la più calda mai registrata, superando di 1,3 gradi la media preindustriale. Il 2023 ha infranto ogni precedente record diventando l’anno più caldo mai registrato con un incremento di +1,43°C rispetto alla media preindustriale. Questi dati non fanno altro che confermare una tendenza al riscaldamento globale che sta assumendo proporzioni sempre più critiche.
Roberta Boscolo, Climate and Energy Lead della World Meteorological Organization (WMO), ha recentemente rivelato anticipazioni che destano notevole preoccupazione. Secondo le sue dichiarazioni, il periodo gennaio-settembre del 2024 ha già segnato un nuovo triste primato: la temperatura in questi mesi è stata la più alta mai registrata nella storia umana. I dati preliminari indicano un valore superiore a +1,5°C rispetto alla media preindustriale. Questa escalation delle temperature non solo sottolinea l’urgenza di interventi immediati ma pone anche l’accento sulla fragilità del nostro ecosistema davanti a tali cambiamenti.
Il superamento della soglia dei +1,5 °C rappresenta un campanello d’allarme per gli esperti climatologi e per tutti i paesi aderenti all’accordo di Parigi. Boscolo sottolinea come questo fenomeno non debba essere interpretato come un definitivo superamento del limite stabilito dall’accordo stesso ma piuttosto come un segnale critico dell’avvicinarsi a una soglia potenzialmente irreversibile per il clima terrestre. Ogni frazione di grado in più porta con sé conseguenze devastanti: aumento della frequenza degli eventi estremi come siccità e alluvioni sono solo alcuni degli effetti diretti che stiamo già cominciando a osservare.
Una delle sfide maggiori poste dal cambiamento climatico riguarda la nostra capacità di adattare le infrastrutture esistenti a questa nuova realtà climatica. Secondo Boscolo “non siamo preparati a questo clima che sta cambiando“. Le infrastrutture attuali sono state concepite e costruite in base a modelli climatici ormai obsoleti e non adeguati alle condizioni attuali ed emergenti. La necessità di ripensare gli assetti urbani e territoriali diventa quindi impellente per garantire sicurezza e resilienza alle comunità globalmente.