Il paese di Marcello di Emily in Paris esiste: cosa vedere per una gita da veri fans della serie

Marcello di Emily in Paris vive in un paese che esiste nella realtà: ecco dove si trova, una tappa obbligatoria per i fans della serie. 

La serie “Emily in Paris”, fin dal suo debutto su Netflix, ha catalizzato l’attenzione di un vasto pubblico internazionale, diventando rapidamente un fenomeno culturale. Questa commedia romantica, creata da Darren Star, segue le avventure di Emily Cooper, una giovane americana che si trasferisce a Parigi per un’opportunità di lavoro. Con il suo mix irresistibile di moda, romanticismo e scenari parigini da cartolina, la serie ha saputo conquistare il cuore degli spettatori.

Uno degli aspetti più affascinanti di “Emily in Paris” è sicuramente la rappresentazione della Ville Lumière. Parigi viene mostrata nella sua piena gloria, con i suoi caffè pittoreschi, strade acciottolate e monumenti iconici che fanno da sfondo alle vicende della protagonista. Questa immagine quasi fiabesca della città non solo ha riacceso l’amore per Parigi ma ha anche stimolato il desiderio di viaggiare e scoprire le bellezze del mondo.

borgo Marcello di Emily in Paris
Emily in Paris, un successo mondiale – foto IG @emilyinparis – viagginews.com

Il successo della serie può essere attribuito anche alla sua capacità di trattare tematiche contemporanee con leggerezza e umorismo. Dalle sfide professionali alle complesse dinamiche amorose, passando per l’importanza dell’amicizia e dell’autoscoperta, “Emily in Paris” riesce a toccare corde emotive universali pur mantenendo uno spirito frizzante e ottimista.

Inoltre, la moda gioca un ruolo cruciale all’interno dello show. Gli outfit indossati dalla protagonista sono diventati oggetto di discussione sui social media e hanno influenzato le tendenze attuali. Questo aspetto contribuisce a rendere “Emily in Paris” non solo una serie televisiva ma anche un vero e proprio fenomeno culturale che incarna lo spirito dei tempi.

Infine, è impossibile ignorare il carisma e la performance dell’attrice Lily Collins nel ruolo di Emily. La sua interpretazione vivace ed energica aggiunge una dimensione ulteriore al personaggio rendendola immediatamente simpatica agli occhi del pubblico.

Attraversando questi vari elementi – dalla magia parigina alla moda iconica fino alle tematiche moderne – “Emily in Paris” si conferma come uno show capace non solo di intrattenere ma anche di ispirare i suoi spettatori verso nuove avventure personali ed esplorazioni culturali.

Alla scoperta di “Solitano”, il paese di Marcello

La serie porta poi Emily alla scoperta del paese in cui è nato e cresciuto Marcello, e dove ha ancora sede l’azienda della sua famiglia, Solitano.

Per i ciak in cui Emily fa la conoscenza della madre del giovane, interpretata da Anna Galiena, e si immerge nella comunità locale, è stato scelto il Borgo di Ostia Antica.

L’area ha ospitato recentemente anche le riprese di fiction come Don Matteo, mentre in passato è servito come sfondo di film come Il Tassinaro di Alberto Sordi, in cui Pietro Marchetti abitava proprio nel borgo.

La scelta di Ostia Antica come location per le riprese della serie che vede protagonista Emily non è casuale, ma risponde a una precisa volontà di autenticità e ricerca di atmosfere uniche che solo un luogo carico di storia e fascino può offrire. Questo antico borgo, situato alle porte di Roma, si trasforma così nel palcoscenico ideale per raccontare la scoperta da parte della giovane protagonista del paese natale di Marcello, il personaggio interpretato con maestria da un attore emergente che ha saputo conquistare il pubblico con la sua interpretazione. La presenza dell’attrice Anna Galiena nel ruolo della madre di Marcello aggiunge ulteriore profondità alla narrazione, permettendo agli spettatori di esplorare le dinamiche familiari e culturali che caratterizzano la vita nel piccolo centro.

Ostia Antica offre agli occhi dello spettatore una cornice ricca di storia, dove ogni pietra sembra raccontare secoli di vicende umane. La decisione degli autori della serie di ambientarvi momenti chiave dell’intreccio non fa che arricchire l’esperienza visiva dello spettatore, immergendolo in un contesto in cui passato e presente si fondono armoniosamente. Non è quindi sorprendente che questo luogo sia stato scelto anche per altre produzioni cinematografiche e televisive; la sua versatilità scenica lo rende perfetto per accogliere storie diverse tra loro ma unite dalla ricerca della bellezza e dell’autenticità.

Attraversando le strade del borgo insieme a Emily, il pubblico viene condotto in un viaggio emozionale all’interno delle tradizioni locali, scoprendo usanze, cibi tipici e l’incomparabile ospitalità delle persone del posto. Questa immersione nella cultura italiana serve da ponte narrativo tra i personaggi principali della serie, sottolineando come l’incontro tra culture diverse possa arricchire su più livelli personali ed emotivi.

Ostia Antica non è solo una scenografia naturale per le vicende narrate nella serie; diventa parte integrante della storia stessa, contribuendo a definire i caratteri dei protagonisti e influenzando il loro percorso personale ed emotivo. La scelta accurata dei luoghi delle riprese testimonia l’impegno nella creazione di una narrazione capace di coinvolgere lo spettatore non solo attraverso la trama o i dialoghi ma anche mediante l’utilizzo sapiente dello spazio scenico come elemento narrativo fondamentale.

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Il borgo di Ostia Antica è la Solitano in Emily in Paris – foto turismoroma.it @emilyinparis – viagginews.com

L’area del Borgo di Ostia Antica era occupata in epoca imperiale da necropoli; nel V secolo, sul luogo della tomba della martire Santa Aurea sorse una basilica che, restaurata nei secoli successivi, divenne nel IX secolo il centro attorno al quale si sviluppò il Borgo, fatto costruire da papa Gregorio IV per proteggere i pochi abitanti della zona dalle incursioni saracene. A questo primo nucleo abitativo, difeso da una cinta muraria, venne dato il nome del suo fondatore: Gregoriopoli.

Data l’importanza strategica dell’area per il controllo dei traffici fluviali e per la presenza delle saline il cui monopolio spettava alla Curia, nel XV secolo papa Martino V fece costruire, a guardia del Tevere, una torre rotonda circondata da un fossato. Un ulteriore sviluppo del Borgo si deve al cardinale Guglielmo d’Estouteville, vescovo di Ostia tra il 1461 e il 1483, che fece restaurare la cinta muraria e migliorò le condizioni dei residenti realizzando tre file di case a schiera, tuttora abitate.

Negli anni successivi, tra il 1483 e il 1487, il cardinale Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, intraprese a proprie spese la costruzione del Castello, su progetto di Baccio Pontelli (come indica l’iscrizione sul portale di accesso al cortile). Alto esempio di architettura militare rinascimentale, il complesso include un circuito perimetrale di casematte (camere da sparo) che raccorda tre torrioni (uno dei quali inglobò la torre di Martino V), un “rivellino” (cioè un edificio difensivo posto a protezione ulteriore della porta di accesso) e un ampio fossato. La valenza strategico-militare fu parzialmente attenuata, negli anni successivi, dalla costruzione di ambienti residenziali e di uno scalone monumentale, decorato da affreschi policromi attribuiti alla scuola di Baldassarre Peruzzi.

L’inondazione che deviò il corso del Tevere nel 1557 e la lenta formazione di paludi malariche determinarono la decadenza del Castello e l’abbandono del Borgo.

Nell’Ottocento, nel castello alloggiarono i prigionieri destinati ai lavori forzati, con i quali Pio VII e Pio IX iniziarono i primi scavi archeologici di Ostia Antica.

L’evoluzione storica dell’area del Borgo di Ostia Antica offre uno spaccato affascinante sulle dinamiche di sviluppo urbano, militare e religioso che hanno caratterizzato questo sito attraverso i secoli. Dalle origini legate alla venerazione di Santa Aurea e alla protezione dalle incursioni esterne, fino agli interventi architettonici volti a consolidare il potere della Chiesa e a migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti, ogni fase ha lasciato un’impronta indelebile sul tessuto urbano e sociale del Borgo. La costruzione della torre rotonda da parte di papa Martino V rappresenta un momento chiave nella storia del Borgo, segnando l’inizio di una serie di interventi strutturali che avrebbero rafforzato la sua posizione strategica lungo il Tevere. L’opera del cardinale d’Estouteville e quella successiva del cardinale della Rovere hanno ulteriormente trasformato il volto del Borgo, rendendolo non solo una fortezza inespugnabile ma anche un luogo più vivibile per i suoi residenti.

Il Castello costruito da Giuliano della Rovere emerge come capolavoro dell’architettura militare rinascimentale, simbolo tangibile delle ambizioni politiche e spirituali dei suoi committenti. Tuttavia, la natura stessa ha dimostrato quanto possano essere effimeri gli sforzi umani: l’inondazione che deviò il corso del Tevere segnò l’inizio di un periodo di declino per il Borgo, culminato con l’abbandono definitivo.

Nonostante ciò, la storia non ha cancellato Ostia Antica; anzi, le successive campagne archeologiche hanno permesso di riscoprire la ricchezza culturale e storica insita in questo luogo. Oggi più che mai Ostia Antica rappresenta un ponte tra passato e presente, testimoniando come le vicende umane siano profondamente intrecciate con quelle dei luoghi che abitiamo. La resilienza dimostrata nel corso dei secoli dall’area del Borgo invita a riflettere sulla capacità delle comunità umane di adattarsi alle sfide poste dall’ambiente circostante e dalla storia stessa.

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