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I borghi fantasma del Lazio: paesi abbandonati, ma molto affascinanti. Ecco dove si trovano e come arrivare per una gita di un giorno vicino Roma
Nel Lazio ci sono tantissimi borghi da vedere pieni di deliziosi ristoranti, eventi e sagre. Ma ci sono anche borghi disabitati, abbandonati, dove non vive più nessuno, dove tutto è rimasto come allora (o quasi). Si tratta dei borghi fantasma, luoghi pieni di fascino e suggestione, perfetti per una gita di un giorno, per andare alla scoperta di posti diversi dal solito e per fare un tuffo nelle storia. Alcuni sono luoghi abbandonati da secoli i cui resti sono ormai parte della natura, altri decisamente più recenti e più misteriosi.
Se siete pronti ad una giornata fuori porta diversa dal solito ecco i borghi fantasma da vedere nel Lazio a due passi da Roma. Portatevi con voi un pranzo al sacco e quanto vi possa servire, perché ovviamente in questi borghi non c’è nulla di aperto. O almeno non dovrebbe esserci…
Una faccia insolita del Lazio quella dei borghi fantasma, ovvero di questi paesini abbandonati disseminati nel territorio. Ma altrettanti sono i borghi dove vivono poche decine di persone, se non addirittura una manciata. Posti di suggestione, quiete e pace. Così diversi dal caos metropolitano di Roma. Se volete dunque scappare dalla Capitale per rifugiarvi in posti di vera tranquillità e non vedere anima viva (o quasi) andate in questi borghi.
Ci troviamo vicinissimi a Roma, a pochi chilometri dal Lago di Bracciano. Qui immersa oggi nella natura si trova l’ antico borgo dell’ Antica Canale Monterano. Prima insediamento etrusco, poi Romano cade nelle mani dei Longobardi che la portano in rovina. Ma Monterano risorge passa di mano di famiglie nobili, diventa centro episcopale e poi città fiorente nel 1600 con famiglia Altieri di cui Emilio sarà Papà Clemente X. Il pontefice chiama Gian Lorenzo Bernini per rendere la città più bella. L’artista progetta la Chiesa e il Convento di San Bonaventura, il palazzo ducale e la fontana del Leone che diventa il simbolo della città.
La città poi nelle mani della Repubblica Romana e poi ai Borboni. Piano piano il suo ruolo nei commerci diventa sempre più marginale e inizia a spopolarsi. A decretare la fine di Canale Monterano è l’epidemia di Malaria nel 1770 e poi l’arrivo delle truppe francesi. Chi è sopravvissuto lascia così la città per sempre.
Oggi Canale Monterano è all’interno della Riserva Naturale e arriverete a scoprirla facendo un meraviglioso trekking nella natura. Camminando lungo un sentiero ad un certo punto si aprirà davanti a voi la piazza con la fontana e la facciata della Chiesa del Bernini. Intorno una rigogliosa natura e i fantasmi di quello che un tempo era un centro fiorente. La bellezza di questo luogo ha richiamato registi da ogni dove che l’hanno scelta come set cinematografico per molti film.
Una posizione straordinaria: proteso sul lago a dominare tutta la valle. Una bellezza mozzafiato, ma riservata solo allo sguardo dei turisti. Già perché ad Antuni non vive più nessuno. Questo borgo si trova in provincia di Rieti sul Lago del Turano, prospiciente al fiorente (e vivissimo) borgo di Castel di Tora. Entrambi questi insediamenti vennero costruiti in epoca medievale con una funzione precisa: difendere il territorio dalle incursioni saracene. Per questo vennero edificate delle torri e scelta una posizione di assoluto dominio sulla zona. Intorno al 1500 il borgo passa nelle mani di famiglie nobili tra cui i Lante della Rovere fino a finire intorno al 1800 quelle dei Principi del Drago di Viterbo che grazie alla nomina del Papa fecero diventare Antuni un principato.
La storia di questo fiorente borgo finisce nel 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale quando un aereo precipita sulle case del paese. Le condizioni già difficili unite alla distruzione provocata dall’incidente portano gli abitanti ad abbandonare il borgo. Così dalla fine della guerra nessuno vive più ad Antuni.
Oggi il borgo fantasma di Antuni è diventato frazione dei Castel di Tora e grazie al lavoro di diverse associazioni è stato in buona parte restaurato e le sue antiche mura riportate alla luce. Così oggi tantissimi turisti affollano questa zona per escursioni nella natura e per visitare questo paesino a cui si accede solo a piedi lungo una stradina di circa 2 km. Una volta giunti all’interno del borgo si possono vedere gli antichi palazzi e godere di una magnifica vista sul lago.
In provincia di Viterbo, nella meravigliosa campagna della Tuscia, si trova il borgo fantasma di Celleno particolarmente ben conservato. Questo paese che ha un’origine antichissima – fu fondato dagli Etruschi – è stato sempre conteso e un campo di battaglia per la sua posizione: su uno sperone di tufo a dominare la valle.
Con i Romani continuò ad essere come per gli Etruschi un’importante punto commerciale. La sua posizione invidiabile lo rese vittima dei saccheggi dei Barbari. Nonostante ciò resistette e passò ad essere intorno al 1300 enclave di Viterbo. Fu però conteso ancora e passo agli Orvietani. Diventò poi il feudo per assegnazione papale di famiglie nobili. Piano piano essendo parte dello Stato Pontificio perse il suo ruolo strategico ed iniziò il suo declino.
Fu un punto d’appoggio durante i moti risorgimentali, tanto che anche Garibaldi soggiornò a Celleno. Durante la seconda Guerra Mondiale fu lo scenario di feroci rappresaglie nazi-fasciste contro la popolazione civile. Negli anni ’50 quando ormai quasi nessuno più ci viveva nel paese fu ufficialmente decretato borgo fantasma e i pochi abitanti rimasti spostati nel borgo di Celleno Nuovo.
Oggi visitare Celleno significa fare un tuffo in una storia millenaria. Il Castello Orsini che domina il paese è visitabile e potrete vedere le antiche stalle e botteghe, poi la Chiesa di San Carlo del 1600 e il campanile della Parrocchia. Camminate fra i vicoli per arrivare all’antica via Maggiore che si apre su una spettacolare vista sulla Valle dei Calanchi.
Se cercate una meta per una gita di un giorno vicino Roma andate a visitare questi borghi fantasma del Lazio: natura, storia ed arte. E nessuno in giro!