C’è chi si chiede cosa sono le pagghiare pugliesi, o pajare, che sono molto familiari nel panorama soprattutto in Salento e nel tarantino. Scopriamolo di seguito!
Se avete fatto in viaggio in Puglia addentrandovi nelle campagne salentine o del tarantino le avrete di sicuro notate, le pagghiare sono delle costruzioni molto particolari e dal fascino indiscusso che non conosce il passare del tempo.
La loro presenza si intervalla con i trulli, dalle quali si differenziano in modo sostanziale e dunque non vanno confuse in quanto si tratta di due strutture diverse non solo nell’aspetto ma anche per la loro funzione. Vediamone tutti i dettagli e le curiosità che caratterizzano queste costruzioni diffuse nel Salento.
Le pajare o pagghiare, altrimenti dette pure furni, furnieddhi e truddhi in base alla zona della Puglia in cui ci si trova, sono delle tipiche strutture che ricordano dei capanni ma che non sono realizzate in paglia bensì in pietra. La tecnica di costruzione è uguale a quella usata per i muretti a secco, dunque sono realizzate poggiando una sull’altra delle pietre che si tengono su senza il bisogno di malta o altri materiali che possano fungere da collante.
Ci sono due tipologie di pagghiare che si differenziano per la forma e dunque anche per lo scopo di utilizzo. La prima è costituita da una sola fila di pietre e di solito questa costruzione serviva come deposito per gli attrezzi agricoli o come riparo temporaneo. La seconda è più complessa perché è costituita da due file di pietre parallele e nello spazio tra l’una e l’altra si inseriva terra o pietriccio.
Questa sorta di intercapedine permette di avere un ambiente molto fresco all’interno, perfetto per affrontare la calura estiva e trovare riparo dal sole cocente. Sono queste le pagghiare usate come vera e propria abitazione. In questo caso è presente anche una scala che porta fino al tetto, che si usava per essiccare gli ortaggi.
Le pajare possono avere una pianta circolare o quadrata ma sono sempre troncate dalla chianca, una grossa pietra. Non finiscono a punta come i trulli di Alberobello, altre costruzioni tipiche del paesaggio pugliese. Inoltre non prevedono la presenza di finestre, ma solo l’apertura principale da cui si accede dentro.
A livello storico pare che la loro presenza sia accertata intorno all’anno 1000 dopo Cristo. Ma c’è chi le fa risalire ad un’epoca che va dal 2000 a.C. alla fine dell’Età del Bronzo. Qualsiasi sia la loro datazione si tratta di certo di costruzioni molto antiche.