Siete pronti a scoprire un piatto tradizionale bolognese unico nel suo genere? E siete sicuri di sapere qual è la versione originale?
Signori e signore tenetevi forte. Oggi vi vogliamo parlare di qualcosa di meraviglioso, dal gusto e dal sapore unico nel suo genere, a tratti persino sensuale e passionale.
Fermi tutti! Stiamo parlando di un piatto straordinario della cucina bolognese, troppo spesso dimenticato o messo da parte per la sua complessità, ma di una bontà rara: lo Scrigno di Venere.
I più attenti ed appassionati a Masterchef sanno che, una volta, diversi anni fa, proprio questa ricetta è stata al centro di una complicatissima prova per i concorrenti. Da allora però non è mai stata più ripetuta. Ma cos’è lo Scrigno di Venere? A volerla fare “semplice”, per così dire, si tratta di un guscio di sfoglia, ripiena di tagliatelle con ragù, besciamella, prosciutto e pare anche aroma di tartufo. Per chiudere il tutto, ovviamente, ci sono due tortellini: l’ombelico di Venere!
Per scoprire le origini di questo piatto dobbiamo andare indietro nel tempo, precisamente nel 1962 quando a Bologna, nel ristorante allora chiamato Al Cantunzein di Evio Battellani e proprio qui – come si racconta in un bellissimo reportage di Vice – venne ideato lo Scrigno di Venere che però veniva prodotto solo in autunno, quando c’era il tartufo appunto.
Erano anni di ricchezza per tutta l’Italia quelli, quindi si poteva osare in cucina e azzardare anche piatti estrosi, oltre che buonissimi. Nel 1977 però il ristorante chiude, distrutto completamente durante le rivolte studentesche che vedevano quel luogo come simbolo della borghesia.
Oggi lo Scrigno di Venere viene proposto in versioni un po’ rivisitate. In alcuni casi non ci sono le tagliatelle, ma i tortellini dentro e il guscio è realizzato con pasta brisé. Sempre secondo Vice, per mangiare la ricetta originale si debba andare a L’Oasi di Sasso Marco guidato da Giuliano Facchini che aveva lavorato proprio Al Cantunzein.