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L’universo attorno a noi sta cambiando. E non solo a livello meteorologico, ma anche di qualità e tipologia di vita e della natura che ci circonda.
Il mondo che stiamo vivendo è molto particolare. Ci troviamo davanti ad una realtà che sta cambiando. Si sta modificando e, in alcuni casi, sta anche perdendo un po’ un po’ di energia e vitalità rispetto al passato.
Il pianeta Terra sta soffrendo della nostra presenza, ma soprattutto del modo in cui noi ci poniamo nei confronti della natura. Spesso e volentieri ne abbiamo abusato, senza preoccuparsi del domani, e gli effetti ormai cominciano a vedersi. Dal caldo torrido che ha caratterizzato questo mese di dicembre, al fatto che frutta e verdura sono molto meno nutrienti di un tempo.
A riportare questa notizia è National Geographic che ha analizzato come oggi alcuni cibi abbiano una quantità di sostanze nutritive e vitamine molto inferiore rispetto a quasi 70 anni fa. Bisogna così tenere conto del fatto che ciò che noi andiamo a comprare nei supermercati, per quanto possa essere bio, è nettamente meno ricco di sostanze nutritive del passato. A dirlo non è soltanto una convinzione o un gruppo di giovani studenti che hanno a cuore lo stato di salute del pianeta, ma diversi studi scientifici.
Le analisi hanno proprio mostrato come, dai cereali agli ortaggi, le quantità di calcio, ferro, vitamina C e proteine siano ridotte rispetto al passato. Una condizione questa che deve far riflettere, soprattutto tutti coloro che vogliono passare a mangiare in maniera vegetale. La scelta è la più sostenibile che si possa fare, ma bisogna prestare particolare attenzione perché i nutrienti che dovrebbero servirci per vivere una vita sana e per creare ad esempio le difese immunitarie, oggi sono presenti in quantità ridotte rispetto al passato.
Quando diciamo quindi che quello che portavano i nostri nonni a tavola era, non solo più buono, ma anche più salutare, non sbagliamo. Oggi secondo gli scienziati servirebbero delle normative più stringenti legate essenzialmente alle lavorazioni agricole. Perché fino a questo momento alcuni tipi di agricoltura intensiva hanno distrutto il suolo, facendogli perdere nutrienti, ma permettendo all’azienda di ottenere molti più prodotti. Ortaggi e frutti che però hanno un apporto di sostanze nutritive nettamente ridotto.
Ovviamente non dobbiamo usare queste informazioni come scusanti per consumare meno frutta, verdura e cereali, anzi! In realtà dovremmo iniziare a mangiarne un po’ di più e soprattutto cercare di capire bene come vengono coltivati i prodotti che oggi mangiamo nella speranza che ci sia un alimentazione più consapevole.
Il top oggi sarebbe ovviamente scegliere delle realtà che optino per una coltivazione il più possibile naturale e, perché no, magari a km zero, direttamente dal contadino al consumatore.