Le notizie da conoscere: crollo sul Cervino, cadono rocce e pietre, paura per gli alpinisti in cordata. Ecco cosa è successo.
Un estate di crolli e frane sulle Alpi italiane, tra caduta di pietre e seracchi di ghiacciai. Un fenomeno dovuto ai cambiamenti climatici e in primo luogo alla grave siccità che ha colpito il Nord Italia.
È notizia di ieri, martedì 2 agosto, il crollo di rocce e pietre dal Monte Cervino, intorno alle 17.30 del pomeriggio.
La fortuna ha voluto che la frana si verificasse quando gli alpinisti che erano in cordata sulla montagna si trovavano a monte del crollo. È stata tuttavia necessaria la loro evacuazione in elicottero. Ecco cosa è successo.
Nel frattempo, nel comprensorio sciistico del Plateau Rosa, tra Cervinia e Zermatt, è stato sospeso lo sci estivo, a causa del caldo eccessivo.
Il pericolo non era inatteso, già dallo scorso 20 luglio le guide alpine della Valle d’Aosta avevano sospeso le salite al Cervino e al Monte Bianco per il rischio di crolli di rocce. Una decisione che era seguita a quella delle guide del versante francese del Monte Bianco per lo stesso motivo. E il pericolo si è manifestato.
Nel pomeriggio di martedì 2 agosto, intorno alle 17.30, Un fronte di roccioso si è distaccato dal Cervino, provocando una imponente crollo di rocce e pietre. La frana ha alzato una grande nuvola di polvere, visibile anche a distanza. Come scrive l’edizione di Torino del quotidiano La Repubblica.
Il crollo si è verificato dalla Testa del Leone, proprio sopra Cervinia, a 3.715 metri di quota. La frana è caduta sulla normale via di salita italiana. Subito si sono attivati i soccorsi, con l’intervento dell’elicottero, per verificare se fossero state coinvolte delle persone.
La mappa della zona interessata dal crollo
In quel momento sulla montagna si trovavano tre cordate di alpinisti che solo per un caso fortuito non sono state travolte dalla frana. Gli alpinisti, infatti, si trovavano più a monte rispetto alla frana o più a valle. Per gli alpinisti a monte è stata necessaria la loro evacuazione con gli elicotteri., dopo essersi radunati al rifugio Carrel, sul crinale della montagna.
A seguito della sospensione delle salite sulle via normale della Gran Becca da parte delle guide alpine, le scalate al Cervino erano state fortemente sconsigliate, a causa del rischio di crolli di rocce. Nonostante l’allarme, però, diversi alpinisti hanno continuato a salire sulla montagna. L’avviso rimane quanto mai valido.