Viaggiare da soli è una di quelle esperienze che dovremmo fare almeno una volta nella vita, lo suggerisce anche la scienza, scopriamo i motivi.
Si fa presto a dire, “meglio soli che male accompagnati”, ma aldilà della compagnia, viaggiare da soli è un’attività consigliata anche dalla scienza, ha degli effetti sulla mente a dir poco incredibili. Quante volte ci è capitato, addirittura, di disdire un viaggio solo perchè un compagno di viaggio ci aveva dato buca? Ora lo possiamo dire è stata una vera e propria occasione sprecata, su più fronti.
Sebbene sia vero che siamo animali sociali, con gli anni abbiamo perso il contatto con la nostra parte solitaria. E questo è un vero peccato perchè viaggiare da soli è una di quelle esperienze che non solo ci cambiano ma ci migliorano anche.
Aldilà del tipo di viaggio e del mezzo che scegliamo: che sia avventuroso, in camper, oppure in areo, l’unica cosa importante è di muoversi sempre in sicurezza. Appunto che purtroppo deve essere fatto in particolare alle donne, in tal senso è stata fatta anche una lista: le città più sicure per le donne in Europa.
Il fatto che siamo abituati a condividere la maggior parte delle nostre esperienze quotidiane ed extra, probabilmente ci rende insicuri e reticenti riguardo ad un possibile viaggio in solitaria. Ma è solo una cattiva abitudine a cui ci siamo abituati.
Viaggiare da soli incrementa la nostra autostima e incentiva la capacità di apprendimento, in questa particolare situazione infatti i nostri pensieri sono meno rigidi e di conseguenza tutta la nostra mente è più libera. Solo questo fatto ha incentivato tantissimi giovani a intraprendere viaggi in solitaria, condividendo poi online la loro esperienza.
Il viaggio solitario aiuta chi lo sceglie ad accrescere la percezione di avere più controllo sulle azioni, ma c’è di più. È anche un modo per incentivare una riflessione più profonda che non faremmo mai se stessimo fisicamente dividendo quest’esperienza con altri.
Uno studio della Queensland University of Technologyha ha confermato che questa tipologia di viaggio è anche di tipo psicologico, non si limita allo spostamento fisico. Questo studio è stato pubblicato dalla rivista International Journal of Travel and Tourism Research. L’indagine nello specifico ha portato un campione di 24 soggetti, tornati da poco da un viaggio solitario, una durata media di 9 giorni. È emerso che la maggior parte dei partecipanti sono tornati a casa soddisfatti. Questo perchè hanno assecondato i loro personali ritmi senza essere obbligati ad adattarsi a quelli di altre persone e questo ha conferito loro un grande senso di libertà, relax e benessere.
Viaggiare da soli quindi non è solo un modo per fare un’esperienza diversa, ma porta anche a compiere un tipo di viaggio che forse non avremmo considerato. Sicuramente i viaggi insieme a qualche amico sono esperienze arricchenti dal punto di vista relazionale, ma il viaggio solitario potrebbe far scoprire una persona che non avevate considerato in questi termini: voi stessi.