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I cinque parchi artistici più belli da vedere in Italia

Dopo mesi di quarantene, lockdown e restrizioni finalmente si torna all’aria aperta! Tutti ne abbiamo bisogno, che ne dite di fare un giro nei parchi artistici?

In tutta Italia sono molti gli esempi di parchi di sculture e opere d’arte moderna e contemporanea incastrati nel paesaggio naturale. L’occasione giusta per unire l’utile al dilettevole e fare di un’uscita all’aria aperta in un’occasione di cultura e crescita personale. Solo per voi ne abbiamo selezionati cinque, da Nord a Sud, da scoprire con piacevoli gite fuori porta.

I cinque parchi artistici più belli d’Italia:

  • Parco d’arte della fondazione Sandretto Re Rebaudengo in Piemonte
  • Giardino dei Tarocchi di Capalbio in Toscana
  • Sacro Bosco di Bomarzo in Lazio
  • Il borgo di Scarzuola in Umbria
  • Il Cretto di Burri in Sicilia

Il parco d’arte piemontese

La prima tappa del nostro viaggio in Italia alla scoperta dei suoi parchi artistici è sulle colline del Roero, in Piemonte, dove troviamo il parco d’arte della fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Progettato dagli architetti paesaggisti Lorenzo Rebediani e Vera Scaccabarozzi è ispirato al mosaico di noccioleti e vigneti che lo circondano

Il giardino dei tarocchi che anima le carte

Provate a visualizzare i personaggi che animano le carte dei tarocchi. Non ci riuscite? Non importa, a Pescia Fiorentina, frazione di Capalbio, l’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle ha realizzato un intero giardino popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi. Sono 22 le figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche decorate che animano questo speciale luogo di magia e fantasia aperto al pubblico dal 1998 dopo tanti anni di lavoro e impegno da parte dell’artista e di tanti colleghi che l’hanno aiutata in questa straordinaria impresa artistica immersa nella Maremma toscana.

Il bosco di Bomarzo con la villa delle Meraviglie

Alle falde del Monte Cimino si trova la Villa delle Meraviglie chiamata anche Sacro Bosco o Parco dei mostri. In questo caso l’arte contemporanea non c’entra nulla, ma si deve fare un salto indietro nel tempo di quasi cinquecento anni quando il principe Vicino Orsini e l’architetto Pirro Ligorio progettarono l’opera nel 1552. Si tratta di un unicum nel panorama italiano e mondiale. Da una parte ci sono i raffinati giardini all’italiana, mentre nel boschetto si trovano decine di massi scolpiti con mostri, draghi, soggetti mitologici e animali esotici, ma anche fontane, obelischi e una casetta pendente che fa impazzire i bambini. Pare che anche Goethe e Dalì avessero una passione per questo luogo. Non resta che scoprirlo. Aperto tutti i giorni dalle 9 alle 19.

Il borgo umbro della Scarzuola

La Scarzuola è una località rurale dell’Umbria, ubicata nella frazione Montegiove del comune di Montegabbione, in provincia di Terni. È ben conosciuta per l’antico convento dove, secondo tradizione, avrebbe dimorato san Francesco D’Assisi, e per la villa sotto forma di “città-teatro”, concepita e costruita nel ventesimo secolo dall’architetto milanese Tomaso Buzzi come personale interpretazione del tema della “città ideale”.

Il celebre Cretto di Burri

Esempio antico di Land art in Italia è il Cretto di Burri a Gibellina che risale al terremoto del 1968. In seguito a quella calamità, il sindaco di Gibellina lanciò un appello agli artisti per disegnare una nuova città. Alla chiamata risposero Burri, Schifano, Pomodoro, Paladino e molti altri. Nel 1979 nacque una nuova città d’arte postmoderna e, nel 1984, sulle macerie della vecchia Gibellina, Burri gettò un’enorme colata di cemento bianco, creando il suo celebre Grande Cretto. Oggi è la più grande opera di Land Art al mondo e si vede a chilometri di distanza nella campagna trapanese.

Questi sono i cinque parchi più belli, che aspetti a visitarli?

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro