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Enogastronomia

Speakeasy bar: cosa sono e dove si trovano in Italia

La prima regola di uno speakeasy bar è che non si parla di uno speakeasy bar…ma in realtà tutti parlano di questi bar, tutti li cercano, ma di cosa si tratta? Scopriamo insieme dove sono!
Gli speakeasy bar sono locali che traggono ispirazione dagli anni ’20 e ’30. In America era l’epoca del proibizionismo e, non potendo servire alcol, gli affezionati del bere miscelato si rifugiavano negli scantinati delle panetterie, nei ristoranti e persino dai barbieri. L’importante era avere una facciata pulita dietro cui poter continuare a bere alcol e divertirsi in compagnia.

Dove sono i migliori speakeasy bar d’Italia

Tutti li cercano e tutti provano a decifrare le parole d’ordine o trovare i giusti passaggi per riuscire ad accedervi. Chiamatelo fascino del proibito o come preferite fatto sta che, più questi locali si nascondono, e più diventano un fenomeno popolare e di gran moda.

Ecco quali sono i  migliori locali nascosti nelle varie regioni italiane:

  • Back door 43 – Milano

  • The Mad Dog Social Club – Torino

  • Malkovich – Genova

  • Cotton Club – Modena

  • Chapel Club – Venezia

  • Rasputin – Firenze

  • Jerry Thomas Speakeasy  – Roma

  • L’Antiquario – Napoli

  • Speak Easy – Bari

Back door 43: il migliore di Milano

Milano, Ripa di Porta Ticinese. Il BackDoor43 è il locale più piccolo del mondo. Ma riuscire ad entrare vi permetterà di vivere una vera e propria esperienza sensoriale a 360 gradi. Pareti cariche di oggetti e di storie, mobili in legno, luce soffusa e tre sgabelli al bancone. Se non sei tra i fortunati che riescono a prenotare, puoi  acquistare anche takeaway. E goderti il cocktail per le vie di Milano.

Il più intrigante speakeasy di Roma

The Jerry Thomas Project, spekeasy nato a Roma, è anche a Torino con il The Mad Dog. Primo indizio: si trova vicino Piazza Carlina. Viene prestata una cura particolare nella selezione degli ingredienti, che vengono spillati direttamente dalle botti e dalle giare in vetro. Secondo indizio: invia una mail al contatto sul sito per ricevere l’indirizzo e la parola d’ordine per poter entrare.

Malkovich: il bar segreto di Genova

Nascosto tra i vicoli di Genova. Ai sui inizi si entrava solo se qualcuno ti infilava la chiave in tasca. Oggi è sufficiente conoscere la parola d’ordine, per conoscere la parola d’ordine, bisogna sapere un numero di cellulare. Basta uno squillo, ed entro pochi minuti arriva via sms il lasciapassare. E’ sempre legata al titolo di un film e cambia ogni sera. Il Malkovich se ne sta nascosto nei sotterranei di una hamburgeria. Una porta di legno nasconde le scale. La gente entra, e non esce più perché l’uscita è diversa dall’entrata, come in molti speakeasy originali dell’America proibizionista.

Cotton Club: il bar dove il bartender ha sempre ragione

Al Cotton club il divertimento si prende davvero seriamente. Tra le regole del locale si precisa che il bartender ha sempre ragione, che è meglio dimenticarsi del cellulare, che si preferiscono compagnie piccole per servire cocktail grandi. Nel gusto e nella presentazione. Altra regola fondamentale: “Se stai bevendo per dimenticare, paga in anticipo”. Si trova a pochi passi all’università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Come nel famoso night club di Harlem, a cui si ispira il nome, le serate vengono animate con spettacoli teatrali, trii jazz e cocktail di qualità.

Il primo speakeasy di Venezia

Chapel Club si trova in una cappella sconsacrata, esclusiva e segreta. Per entrare serve una parola d’ordine e si entra. Poltrone e sgabelli in pelle, candele, grammofono e tavolini bassi. L’ambiente non è esattamente un retrobottega o uno scantinato,  (che non poteva chiamarsi diversamente) . È il primo speakeasy di Venezia, gestito da Valorizzazioni Culturali/Art Events che si impegna a recuperare edifici storici rivalorizzandoli con eventi, mostre, performance.

Rasputin: il ritrovo di Firenze

Il Rasputin a Firenze sorge in quello che era il ritrovo per i militanti di Lotta Continua negli anni ’70. Le ricette dei cocktail sono originali del fine ‘800 e la cura dei dettagli è a livello quasi maniacale: persino il ghiaccio deve rispondere ad alti standard qualitativi e raffreddare senza annacquare il drink. Ottimi i distillati artigianali, come la Vka: la vodka toscana prodotta con il grano biologico del Mugello.

Lo speakeasy romano

Il Jerry Thomas Project nasce a Roma nel 2009 ed è uno dei primi Speakeasy d’Italia. Progetto realizzato con passione da Antonio Parlapiano, Roberto Artusio, Leonardo Leuci e, in seguito, Alessandro Procoli. Da allora il locale è sempre in gran fermento. Serate sempre piene, cocktail di alta qualità ma non solo!

L’Antiquario: il locale nascosto di Napoli

Niente vino e birra, l’Antiquario è il tempio dei cocktails. L’indirizzo non è segreto (civico 2 di via Vannella Gaetani a Chiaia), ma il portone in legno è sempre chiuso e senza insegna. Troverai i cocktail che hanno fatto la storia della mixology e potrai godere di un’atmosfera unica: una porta di legno, una vetrina imperscrutabile e un faretto che illumina bicchieri di vetro intagliato, coppette e sifoni da seltz dall’intramontabile fascino retrò.

Speak Easy

Lo Speak easy di Bari è stato fondato da Vincenzo Mazzilli e Nicola Milella. Per entrarci bisogna procurarsi il numero di uno dei due gestori e attendere con la stessa impazienza di un adolescente innamorato, di ricevere una risposta positiva. Una volta entrati troverete l’ambientazione tipica degli anni ‘20 e cocktail classici. Un tuffo nell’epoca coloniale con il Mezcal Espadin, oppure nel pre-proibizionismo con il Crocusta, fino al The day after del proibizionismo.

Insomma gli speakeasy sono davvero i bar più cool del momento, e questi sono i più belli d’Italia.

 

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro