Chi ha scritto l’inno nazionale dell’Ucraina? Come è nato e qual è stata la sua tormentata storia?
Quello che stiamo vivendo in questi giorni è un periodo storico e politico estremamente delicato. Speravamo di aver smesso di definire la nostra vita e le nostre giornate come “particolari” e che il Covid fosse l’ultimo brutto sogno in cui ci eravamo ritrovati. E invece no, ora stiamo vivendo la Guerra in Ucraina.
Sia chiaro, di guerre e di conflitti ce ne sono stati tantissimi negli anni passati, ma questa situazione, forse perché particolarmente vicina a noi, ci va effetto e ci lascia sgomenti. Forse anche per chi sta gestendo la guerra che minaccia costantemente l’uso di armi atomiche. Senza entrare nel merito del conflitto e delle motivazioni, oggi vorremmo raccontarvi qualcosa di più sull’inno nazionale ucraino.
Chi ha scritto l’inno nazionale dell’Ucraina?
L’inno nazionale dell’Ucraina è chiamato “Šče ne vmerla Ukrajiny” e, eccezion fatta per alcune modifiche, corrisponde nelle parole ad un poema scritto nel 1862 dall’etnografo ucraino Pavlo Čubynskyj. Basandosi su queste parole è stata realizzata una musica, l’anno seguente, dal sacerdote greco-cattolico Mychajlo Verbyc’kyj e fu nel 1864 che l’inno nazionale ucraino venne realizzato per la prima volta in pubblico, sotto forma corale, al Teatro Ucraina di Leopoli.
Le vicessitudini storiche dell’inno legate a doppio filo con quelle dell’Ucraina
Fu solo nel 1917 che venne adottato come inno della Repubblica Ucraina. Durò solo tre anni perché quando venne annessa alla RSS l’inno venne bandito, salvo poi tornare a svolgere il suo ruolo di inno nazionale nel 1991 con il primo Presidente Ucraino Leonid Kravčuk e nel 1996 venne inserito nella Costituzione.
Il testo tradotto dell’inno nazionale dell’Ucraina
Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà
a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.
I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole,
e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro Paese libero.
Daremo anima e corpo per la nostra libertà,
e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe Cosacca.