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Le Marche durante la primavera acquistano un’atmosfera unica: ci sono dei borghi meno conosciuti che hanno una marcia in più.
Le Marche sono una di quelle regioni che hanno una variegata offerta dal mare alla montagna e il periodo migliore per scoprire tutta questa bellezza è sicuramente la primavera. E’ l’occasione per conoscere i borghi meno conosciuti e più belli delle Marche e vederli circondati dal risveglio della natura.
Le Marche, che già con il suo nome plurale suggerisce una sorta di ampia differenziazione, trae proprio da qui la sua forza: dall’eterogeneità. Si passa dalle caratteristiche colline dell’entroterra ai monti degli appennini fino al mare Adriatico.
È una di quelle regioni che possiede tutto a livello naturalistico. Motivo per il quale, se pensiamo ad una vacanza che non si accontenta di essere solo in un certo modo, è la regione perfetta per scoprire borghi sconosciuti, bellissimi e immersi nella natura.
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Le Marche in primavera: 3 luoghi bellissimi e poco conosciuti
In primavera le Marche rinascono insieme alla natura circostante, le colline si ravvivano, i fiori sbocciano e riempiono l’aria di profumi arcaici e naturali. Ma non è finita qui, le strade tornano ad essere il cuore pulsante, la destinazione è variegata, di posti da visitare c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma qui te ne vogliamo consigliare 3 borghi: sono meno conosciuti ma vi conquisteranno.
- Visso
- Mogliano
- Amandola
Visso: la rinascita di un borgo
Visso è una di quelle località salita agli onori della cronaca per il terremoto che colpì gli Appennini centrali nel 2016. Ma ad oggi, con tanto impegno è tornata a vivere e ad essere una destinazione per le vacanze, in particolare nella bella stagione.
È un comune piccolo, supera i 1000 abitanti ed è situato nella provincia di Macerata, ma è geograficamente vicinissima anche alla regione Umbria. La natura che circonda questo paese è multiforme, possiede sia delle vallate, colline, montagne e versanti di vario genere.
Visso è un borgo montano con un’altitudine che va dai 600 metri del fondovalle per poi arrivare ai 1800 metri del Monte Cardosa. Centro dal sapore rinascimentale e medievale, è caratterizzato da svariati edifici di pregio, da chiese storiche e di manufatti artistici.
Tra gli edifici da vedere a segnaliamo la gotica Collegiata di Santa Maria, una chiesa fondata nel 1256, una struttura romano gotica e al suo interno custodisce opere di pregio, tra affreschi del ‘300 della scuola umbro marchigiana e di quella giottesco riminese.
Sorge proprio sull’altopiano di Macereto il Santuario di Maceret, un edificio di grande suggestione. Inoltre da visitare non possiamo non nominare la chiesa gotica di Sant’Agostino, la quale ha anche la funzione di essere Museo e Pinacoteca Diocesano, famosa perché ha custodito manoscritti di Giacomo Leopardi, incluso il suo Infinito.
La Piazza Martiri Vissani ospita la Chiesa Collegiata, il Museo e il Palazzo dei Governatori. Per quanto riguarda i palazzi, segnaliamo quello denominato Palazzo Leopardi, ovvero la casa estiva di parenti di Giacomo Leopardi.
Mogliano: il borgo dell’olio
La primavera è il periodo perfetto per visitare questo borgo: si trova tra le colline della provincia di Macerata, il mare Adriatico e i monti Sibillini, stiamo parlando del paese di Mogliano. È una località di mezzo che vi farà rigenerare con la perfetta miscellanea tra artigianato e arte. È un paese unico nel suo genere, è circondato da uliveti che dicono tanto di questa località. Infatti qui l’agricoltura ha una grandissima importanza, in particolare la coltivazioni abbiamo il Piantone di Mogliano, chiamato anche Limoncella grazie alla sua forma che ricorda quella del limone. Ma è anche una località famosissima per essere un punto di riferimento per i lavori di vimini e del bambù.
Il cuore pulsante di questo borgo, sta sua conformazione: è letteralmente abbracciato dalle sue mura e riempito da piccoli vicoli e palazzi fermi nel tempo. All’ingresso di questo borgo possiamo ammirare tutto lo splendore dei Monti Sibillini ai Monti della Laga, fino al Gran Sasso, grazie al suo lungo balcone.
Mentre salendo sulla Rocca è possibile vedere anche l’imponente Monte Conero, il mare e gli Appennini. Scendendo possiamo visitare la Chiesa di San Gregorio Magno, datata 1762, la quale conserva 3 pale d’altare di Durante Nobili da Caldarola e un quadro di G. B. Fabiani. Quest’ultima opera ritrae il borgo di Mogliano nel´700.
Poi abbiamo il Palazzo Forti del periodo seicentesco, che è diventato la sede del comune, il suo interno è caratterizzato da ambienti eleganti e suggestivi, tra cui uno studio dipinto in stile pompeiano. Le stanze del piano nobile sono decorate, i soffitti sono cassettoni dipinti con raffigurazioni diverse, l’arredo originale viene conservato e sono esposti dipinti di pregio come la Madonna e Santi di Raffaellino del Colle.
Amandola: la signora dei Sibillini che in primavera sboccia
Il borgo di Amandola è una delle mete turistiche di punta della zona del Sibillini. Se volete rigenerarvi da un inverno passato tra casa e lavoro questo è il luogo che fa per voi. Qui infatti grazie alla presenza delle montagne si respira un’aria non solo benefica ma anche più rilassata. Amandola è caratterizzata da 3 colli che sfiorano il fiume Tenna e il torrente Bora. Questi colli prendono il nome di 3 castelli, i quali nel 1249 vennero unito in un solo Comune, da qui nacque il borgo di Amandola. Con il suo castello dalle 5 porte e con una lunghissima cinta muraria. Ad oggi ciò che rimane è il borgo, la porta e pezzi di mura.
La Porta San Giacomo è la sola che è sopravvissuta delle 5, è fatta totalmente in cotto con una forma a sesto acuto. La piazza del borgo è chiamata Piazza Risorgimento, da una parte abbiamo un loggiato che anticipa il Palazzo Comunale. È l’edificio più importante che si affaccia sulla piazza abbellito dal porticato ottocentesco. Mentre più in basso, troviamo la Chiesa di Sant’Agostino, Santuario del Beato Antonio, ritroviamo il cotto che è il materiale usato per la facciata della chiesa, con uno stile neoclassico. Al suo interno abbiamo chiostro del ‘500 con alcune opere di affreschi e proprio da questa zona si può entrare nella cappella del Beato Antonio Migliorati, che conserva le sue spoglie.
Dopo aver visitato la chiesa usciamo per i vicoli del centro storico e possiamo visitare la platea comunis in Piazza Alta. Possiamo vedere il Torrione del Palazzo Podestà del ‘300, con il grande orologio del campanile della Chiesa di San Francesco, e il Teatro La Fenice edificio eretto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo, con decorazioni in stile neoclassico e liberty. In questa zona, possiamo anche godere la vista panoramica, che con la presenza della Catena Montuosa dei Sibillini acquista una luce incredibile.
Le Marche è una di quelle regioni che custodisce gelosamente dei luoghi poco conosciuti. Sta a noi, con la dovuta gentilezza e curiosità scoprire queste località piene di cultura, natura e bontà gastronomiche.