Il Carnevale a Napoli, nonostante non sia la festa più popolare, è molto sentito e nei secoli ancora oggi vengono tramandate le maschere tradizionali. Ma quali sono quelle della Campania? Scopriamole insieme.
Carnevale è una delle feste più divertenti in Italia, sentite soprattutto dai bambini, che ha come peculiarità l’uso di travestimenti e maschere.
Nella tradizione secolare del nostro Paese, esistono tante maschere tradizionali, quasi per ogni regione, come nel caso della Campania, che ha i suoi personaggi storici. Ve ne parliamo di seguito.
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Le maschere di Carnevale della Campania
Il Carnevale è un’occasione per cantare, ballare, mangiare e rendere tutto più colorato: come potrebbe non essere una delle feste preferite dai napoletani?
Le origini del Carnevale napoletano e in Campania sono antichissime e, come ogni Carnevale italiano risale ai riti pagani. Nonostante ciò, con tutte le dinastie che regnavano sul trono di Napoli, il carnevale in questa città assunse una sua specifica forma. Gli Aragonesi organizzavano grandi feste a corte per festeggiare quest’occasione, poi con i Viceré la festività divenne anche più popolare.
Quali sono, quindi, le maschere tipiche della Campania?
I personaggi della Commedia dell’arte
Nei secoli, per il Carnevale sono nate anche delle maschere diventate famose in tutto il mondo. In testa c’è Pulcinella, lo spirito del Carnevale Napoletano ed è una delle maschere più antiche, della Commedia dell’arte, che risale al 1600. Il suo nome significa “pulcino”, in riferimento alla sua voce e al suo naso adunco. Pulcinella è pigro, goffo e opportunista, ma è anche scaltro e loquace, soprattutto quando c’è del cibo in palio. È vestito con una camicia bianca e pantaloni bianchi, con una maschera nera sul viso.
Il legame tra Pulcinella e Napoli è molto forte, tanto è vero che oltre al Carnevale questo personaggio è diventato un vero e proprio simbolo della città.
Sono campane anche le maschere di Tartaglia e di Scaramuccia, anch’esse maschere della Commedia dell’arte. Tartaglia è una maschera affine a quella del dottore, dalla quale deriva. Goffo e corpulento, senza baffi né barba e con la testa rasa, prese il nome di Tartaglia dalla balbuzie di cui è afflitto. Ad essa ed alla forte miopia si limita tutta la comicità del personaggio, povero di contenuti umani. Il costume della maschera, costituito in origine da un abito e da un mantello verde a strisce gialle, ai un ampio collare bianco e occhiali verdi, variò in seguito nei colori e negli ornamenti.
Scaramuccia, invece, è una maschera della commedia dell’arte, derivata dal Capitano: fanfarone e vanaglorioso, vestiva di nero secondo l’uniforme degli spagnoli di stanza a Napoli. In verità però la maschera nacque a Napoli con il nome di Scaramuzza, assumendo la forma Scaramuccia (toscana) nel Settecento.