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Curiosità

Vi siete mai chiesti chi ha inventato i souvenir?

Chi è stato ad inventare i souvenir? Ecco l’ideatore del famigerato “pensierino” che ci sentiamo obbligati a portare a casa al ritorno dalle vacanze

Come sono nati i souvenir? – AdobeStock

Quando andiamo in vacanza e mancano pochi giorni al ritorno a casa ci viene sempre l’ansia da souvenir. Non possiamo, almeno secondo noi, presentarci da amici e parenti senza un pensierino acquistato nella località di vacanza in cui siamo stati. Occorre acquistare un souvenir dal viaggio. Spesso ci concentriamo nello sceglierlo, altre volte invece ci tuffiamo in uno di questi negozi super commerciali e finiamo con l’acquistare una calamita! Diciamocelo, chi ha inventato il souvenir è stato molto scaltro e ha avuto un’idea commerciale non da ridere! Già… ma chi ha ideato il souvenir?

La storia di come sono stati inventati i souvenir

Sembra che se vogliamo ringraziare qualcuno per l’idea del souvenir dobbiamo rivolgere i nostri pensieri a Giovanni Volpato, incisore e ceramista di Roma, vissuto dal 1732 al 1803. La storia di quest’uomo è molto particolare: nasce Trevisan, ma decide di cambiare il cognome con quello della nonna e le sue opere amava firmarle storpiando il suo nome alla francese e tramutandolo in Jean Volpato.

La vita di Giovanni Volpato

Approfondita l’arte di incisore, come racconta Focus, Volpato arrivò a Venezia e si intrufolò nei migliori salotti dell’epoca e per un uomo naturalmente portato per le pubbliche relazioni fu un vero e proprio colpo da maestro. Diventato ormai conosciuto, aprì una sua bottega nel 1767 e il lavoro arrivò a fiotte. Dopo una importante commessa, Volpato venne chiamato a Roma nel 1771 per realizzare le incisioni dei capolavori di Raffaello in Vaticano.

L’arrivo a Roma e la vendita delle statue

Entrato nelle grazie di Papa Pio VI decise di intrufolarsi nel mondo dell’antiquariato e soprattutto nel mondo degli scavi. All’epoca infatti vi era un fiorente mercato per cui aristocratici, artisti, intellettuali e filantropi arrivavano nella città eterna e recuperavano, con regolare permesso, delle opere d’arte romane negli scavi per poi rivenderle. Ghiotta occasione per Volpato che ci si tuffò subito recuperando un ottimo bottino di statue.

L’idea delle copie in miniature delle statue

Pochi però potevano permettersi di andare via da Roma con una vera e propria statua e Volpato pensò bene di riprodurre delle piccole copie delle opere d’arte e rivenderle ad un prezzo abbordabile per tutti. L’idea fu geniale e l’uomo decise di chiedere al Papa di vietare ad altri di aprire un’attività simile alla sua nello Stato Pontificio.

Giovanni Volpato (1735-1803) – AdobeStock

Nemmeno a dirlo il successo fu incredibile e la fabbrica di Via Urbana in Rione Monti divenne un vero e proprio punto di riferimento. Le statuine riproducevano diverse statue come l’Ercole Farnese, l’Apollo del Belvedere, l’Ares Ludovisi e tantissimi altri. Queste statuine in biscuit sono, senza dubbio, gli antenati dei nostri attuali souvenir.

Selena Marvaldi

Selena Marvaldi, classe 1987, giornalista pubblicista. Appassionata di natura, viaggi in mare e cultura. Laureata in Informazione ed Editoria a Genova, porta sempre nel cuore la sua terra che ama raccontare nei suoi articoli

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Selena Marvaldi