Quando si accendono i riscaldamenti nel 2021? Le date regione per regione a seconda delle zone di appartenenza.
Con l’arrivo dei primi freddi, quando la sera in casa ci avvolgiamo nel plaid sul divano, sorge spontanea una domanda a tutti: ma quando si accendono i riscaldamenti?
Se, infatti, non avete il riscaldamento autonomo – con cui nei limiti si possono sforare un pochino le date prestabilite – ma quello condominiale dovrete aspettare le date nazionali divise per fasce.
Non tutte le regioni infatti accenderanno i termosifoni nello stesso giorno. Chi ha il riscaldamento centralizzato e vive in una regione considerata a clima mite, ad esempio, dovrà aspettare metà novembre per godere del calore del termosifone!
Questo anno sono in tanti a preoccuparsi dei consumi legati al riscaldamento, considerando i rincari di gas e materie prime già resi noti. In molti adotteranno misure pensate per limitarne il consumo e risparmiare. Sul sito consumatore.com alla sezione “Risparmi” trovi molti consigli su come limitare i consumi.
Scopriamo allora quando e dove si accenderanno i riscaldamenti per primi.
La suddivisione in zone dell’Italia per l’accensione del riscaldamento
Secondo la legge n. 10/1991 e il DPR n. 412/1993 l’Italia è stata suddivisa in zone climatiche diverse, sei per la precisione, con intervalli di riscaldamento differenti a seconda delle caratteristiche “meteo” della zona. Semplificando: dove fa più freddo i riscaldamenti condominiali si accendono diverse settimane prima rispetto al resto d’Italia! Vediamo allora, regione per regione il calendario delle accensioni.
Quando si accendono i termosifoni nella zona F, E e D
Tanto per iniziare, tutte quelle aree comprese nella zona F: Alpi, Belluno e Trento, non hanno limitazioni per l’accensione dei termosifoni.
La Zona E è poi quella che vedrà l’accensione dei riscaldamenti per prima in Italia. Dal 15 ottobre al 15 aprile infatti via libera al tepore dei termosifoni per un massimo di 14 ore al giorno nelle province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli e Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini e Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza.
Dal primo novembre al 15 aprile, fino a 12 ore al giorno, toccherà invece alla alla zona D che comprende: Avellino, Ancona, Ascoli Piceno, Caltanissetta, Chieti, Forlì, Firenze, Genova, Grosseto, Isernia, Livorno e Lucca. Comprende inoltre Macerata, Massa Carrara, Foggia, Matera, Nuoro, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Pescara, Roma, Siena, Terni, Teramo, Vibo Valentia e Viterbo.
Quali sono le città che potranno usare il riscaldamento per ultime?
Tra gli ultimi a poter accendere i riscaldamenti a partire dal 15 novembre saranno invece coloro che vivono nelle zone C: tutta l’area adriatica settentrionale e le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto.
Coloro che vivono nella zona B, che comprende Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani avranno i termosifoni accesi dal 1 dicembre con un limite massimo di 8 ore al giorno. Chi invece è residente nella zona A, con le isole Linosa, Lampedusa e Porto Empedocle avrà i riscaldamenti accesi sempre dal primo dicembre, ma si spegneranno in anticipo, ossia il 15 marzo per un massimo di 6 ore al giorno.