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Inizia la caccia: a cosa fare attenzione e perché sarebbe stato (forse) meglio sospenderla?

Il WWF lancia un appello e spiega perché, quest’anno, in molte zone d’Italia già colpite dagli incendi sarebbe stato meglio non far iniziare la stagione della caccia.

Calendario venatorio caccia – Pixabay

Il calendario venatorio parla chiaro. Anche quest’anno la terza domenica di settembre ossia il 19-09-2021, riaprirà la stagione della caccia in tutta Italia e durerà fino alla fine di gennaio, come sempre. Al di là del personale pensiero su questa attività, quest’anno sono molte le associazioni che si sono schierate contro l’inizio della caccia, chiedendo – almeno – la riduzione dei mesi.

Il motivo? Proteggere l’ambiente, soprattutto in quelle zone in cui i danni a flora e fauna a causa degli incendi estivi sono stati ingenti. Ad aggiungersi a queste richieste anche il WWF Italia ricordando che la Legge Nazionale sulla Caccia e la Tutela della Fauna Selvatica – Legge 157/1992, art. 19 – parla proprio di possibilità da parte delle Regioni di ridurre o vietare la caccia per ragioni importanti legate proprio al particolari condizioni ambientali.

Il WWF spiega perché la caccia non doveva cominciare

Le parole del WWF sono chiare e forti: sembra assurdo, a detta loro, che le Regioni che hanno chiesto aiuto e hanno dichiarato lo stato di calamità per gli incendi, oggi non intervengano per ridurre la caccia in quelle aree che sono state già devastate dalle fiamme in questa estate.

Ancora oggi infatti sia la flora che la fauna di queste località stanno patendo e i danni provocati da quelle fiamme, seppur spente, continuano a farsi sentire anche sulla fauna selvatica locale. Ci sono ancora molti animali che muoiono improvvisamente, piante che faticano a crescere per la siccità e animali migratori – oggetti preferiti della caccia – che faticano tantissimo a trovare cibo in queste aree.

La Legge Quadro Sugli Incendi

Il WWF ricorda per altro che esiste la “Legge quadro sugli incendi” (legge 353/2000, articolo 10) che prevede il divieto di caccia per 10 anni sui terreni boscati percorsi dal fuoco. Le Regioni avrebbero dovuto applicarla, proprio per aiutare flora e fauna a riprendersi. E su queste basi l’associazione WWF e tante altre hanno presentato dei ricorsi ai tribunali amministrativi regionali di Abruzzo, Calabria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto.

 

Da tutti questi, eccezion fatta per la Puglia, è arrivata la decisione e il provvedimento di dire stop alle preaperture del calendario venatorio e in alcuni casi anche si è deciso di vietare la caccia di alcune specie come la Tortora, il Moriglione e la Pavoncella perché specie in sofferenza.

Selena Marvaldi

Selena Marvaldi, classe 1987, giornalista pubblicista. Appassionata di natura, viaggi in mare e cultura. Laureata in Informazione ed Editoria a Genova, porta sempre nel cuore la sua terra che ama raccontare nei suoi articoli

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