Dopo l’attentato kamikaze all’aeroporto di Kabul si teme che torni l’ombra degli attentati terroristici anche nel mondo e che questo possa minare il settore dei viaggi.
In queste ore, così delicate e tragiche per l’Afghanistan caratterizzate dalla fuga di centinaia di migliaia di cittadini dalla loro Patria per paura del governo talebani, arriva un nuovo allarme: quello dei terroristi. L’attacco ISIS K che ha colpito l’aeroporto di Kabul per mano di due terroristi ha infatti fatto riemergere una paura enorme che ha caratterizzato gli ultimi anni della storia del mondo intero, ossia quella degli attentati kamikaze. Ma questa paura interesserà anche il nostro mondo dei viaggi nel futuro?
Si pensava che quel periodo, con quella tipologia di attentati, fosse finito. E invece l’ombra del terrorismo torna a far tremare il mondo intero. Ci si chiede quindi se tornerà anche la paura di viaggiare e di spostarsi proprio per via degli attentati terroristici. Anche perché l’ambasciatore Stefano Pontecorvo ha parlato della possibilità di qualche terrorista ISIS infiltrato tra i profughi. L’ha definito un vero e proprio rischio reale ed essendo lui l’unico rappresentante NATO a Kabul, le sue parole hanno un peso molto importante.
Potrebbe essere un duro colpo per il mondo intero, ma anche per il mondo dei viaggi che per colpa del Covid già stenta a ripartire. Intanto il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, ha parlato dell’attacco ISIS specificando che, sebbene non ci sia legame con i talebani che hanno preso il potere in Afghanistan, i terroristi non vinceranno. Rivolgendosi poi agli attentatori ha dichiarato “Vi daremo la caccia ve la faremo a pagare”. Pare, inoltre, che abbia anche già chiesto un piano proprio per colpire l’Isis K e ha dichiarato che l’America non si farà intimidire.
Dichiarazioni forti e piuttosto importanti che però non riescono a cancellare il sentore di un nuovo ritorno al panico causato dagli attacchi terroristici che per anni hanno tenuto sotto scacco anche moltissimi viaggiatori oltre che molte parti del mondo. La speranza, chiaramente, è che non sia così. Non solo per noi che amiamo viaggiare, ma anche per l’Afghanistan stesso.