Una corsa alla solidarietà nei confronti dei profughi dell’Afghanistan: Airbnb offre alloggio gratis a 20mila rifugiati.
Il momento storico che stiamo vivendo è molto particolare e molto delicato. Da una parte c’è la battaglia contro il coronavirus, la corsa ai vaccini e la speranza di tornare alla normalità prima possibile. Dall’altra parte in Afghanistan la situazione è precipitata praticamente dall’oggi al domani subito dopo la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal territorio. E così è scattata una corsa alla solidarietà nei confronti dei profughi afghani a cui ha deciso di partecipare anche Airbnb.
Le immagini che abbiamo visto in televisione in questi giorni sono traumatiche. Decine di migliaia di afghani che cercano di scappare e di imbarcarsi sugli aerei Cargo americani per trovare una via di fuga dal regime dittatoriale che sta per realizzarsi per mano dei talebani. Donne che affidano i loro bambini ai militari nella speranza che li portassero altrove. Per i tantissimi, ma non tutti, che per fortuna sono già riusciti a lasciare l’Afghanistan e trovare rifugio in Europa c’è però bisogno di aiuto e di sistemazioni.
Per questo che Airbnb ha deciso di offrire alloggio gratuito a 20.000 rifugiati afgani. A riportare la notizia è Forbes che ha spiegato come sia necessario, oggi come oggi, trovare una sistemazione per tutte queste persone che stanno fuggendo dai talebani. Il CEO di Airbnb ha quindi scritto su Twitter di aver percepito forte e chiara la responsabilità di farsi avanti e aiutare tutte queste persone.
Airbnb metterà quindi in contatto gli aspirante affittuari, i profughi afghani, con gli aspiranti proprietari di casa e pagherà di tasca propria i soggiorni per oltre 20mila persone. Il team della piattaforma sta collaborando con le organizzazioni umanitarie proprio per supportare tutte le richieste più urgenti.
Tutti coloro che vogliono lasciare la propria abitazione e permettere ad una famiglia di rifugiati afgani di vivere nella loro casa possono mettersi in contatto proprio con Airbnb. Come una sorta di grande chiamata all’azione, una decisione esemplare di emozionante solidarietà che arriva in un momento molto difficile. Del resto tutti i paesi, soprattutto i membri della NATO che erano impiegati in Afghanistan, hanno oggi quasi il dovere morale di accogliere i rifugiati.
Tuttavia, e purtroppo già lo sappiamo, il numero di persone che potranno trovare la salvezza sicuramente sarà molto inferiore rispetto al numero delle persone che realmente cercano oggi all’asilo.
(Fonte immagini Getty Images)