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Consigli di viaggio

Smart working all’estero: come trasferirsi e dove conviene andare

Dopo un anno e mezzo di pandemia, lo smart working è entrato ormai a far parte della vita di quasi tutti i lavoratori. La cosa pazzesca, in più, è che si può fare anche all’estero, ma solo in determinati paesi. Ecco dove conviene andare e come si fa per trasferirsi.

Smart working all’estero: come trasferirsi e dove conviene andare. Credits: Pixfuels

Lo Smart Working, anche detto lavoro agile o lavoro da remoto, è il metodo ad oggi più comune utilizzato dalle aziende, dopo che il Covid-19 ha colpito tutto il mondo. Se in Italia, lavorare da casa è una scoperta alquanto recente, nel resto del mondo è una pratica già collaudata.

Se anche voi avete voglia di fare smart working all’estero, in questo articolo vi diamo qualche dritta per capire dove andare e come fare per trasferirsi in un altro Paese.

Lavoro agile all’estero, ecco dove andare

Lo smart working all’estero è un sogno che molti hanno, ma uno di quelli raggiungibili perché la possibilità c’è, basta solo organizzarsi e sapere dove andare.

Finché durerà questa situazione di allerta a causa della pandemia di Covid-19, il lavoro agile è sicuramente la soluzione più sicura per lavorare. Ma dove farlo all’estero per cambiare un po’ aria?

Sono diversi i Paesi europei dove poter fare smart working, che hanno attuato anche alcune agevolazioni per chi decide di trasferirsi temporaneamente.

  • Grecia

Dallo scorso dicembre, la Grecia ha aperto le porte agli smart workers, dimezzando le tasse per chi decide di trasferirsi lì per lavorare.

L’offerta è rivolta a tutti i liberi professionisti che decidono di trasferire la propria residenza fiscale in Grecia, esentati così dal pagamento dell’imposta sul reddito. Un’occasione molto allettante, che permette non solo di risparmiare sulle tasse, ma anche di vivere un’esperienza particolare fuori dal proprio Paese.

Per saperne di più ecco il nostro articolo dedicato: Smart Working in Grecia, trasferirsi conviene: tasse dimezzate

  • Croazia

Per fare smart working in Croazia, esiste proprio un permesso di soggiorno dedicato a chi vuole lavorare da remoto, della durata di un anno.

Durante questo periodo, i lavoratori sono esenti da tasse ma devono avere un guadagno minimo di almeno 2000 euro al mese.

  • Estonia

Anche qui, chi vuole fare smart working all’estero in Estonia deve guadagnare molti soldi al mese. Lo stipendio minimo richiesto è, infatti, di 3500 euro al mese, una cifra non proprio da tutti.

  • Messico

Il Messico offre un visto temporaneo per gli smart workers, per un anno che può essere esteso successivamente per tre anni.

I requisiti per potersi trasferire sono un reddito superiore, guadagnato all’estero, a 1.620 dollari al mese o un saldo del conto bancario di oltre 27.000 dollari.

  • Dubai

Dubai apre le porte a chi è davvero ricco. Il visto provvisorio per fare smart working nella città degli Emirati Arabi è, infatti, dedicato a chi guadagna un minimo di 4000 euro al mese, una cifra molto alta.

Ai canditati, inoltre, è richiesta un’assicurazione medica valida negli Emirati Arabi Uniti e un passaporto valido per almeno altri sei mesi.

Smart Working all’estero, dove si pagano le tasse?

Molto bello pensare di lavorare all’estero da remoto, ma esattamente come funziona per gli italiani? A chi e dove si pagano le tasse?

A questa domanda ha risposto l’Agenzia delle Entrate, dopo la richiesta esplicita di un’azienda. L’Agenzia delle Entrate, con risposta n. 296 del 2021, ha confermato che, per i non residenti:

sono tassabili i soli redditi prodotti nel territorio dello Stato; a tal proposito si considerano prodotti in Italia «i redditi di lavoro dipendente prestato nel territorio dello Stato»

Quindi, molto importante per chi vuole intraprendere lo smart working all’estero, è individuare da subito il luogo dove il lavoratore deve pagare le tasse. Secondo quanto spiegato, oltre alla residenza di quest’ultimo, il luogo in cui viene resa fisicamente la prestazione lavorativa è importante, anche se il datore la utilizza in un altro stato.

Ilaria Scognamiglio

Pubblicato da
Ilaria Scognamiglio