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Le spiagge da evitare in Italia, i posti più brutti dove non andare in vacanza. Quali sono le spiagge più sporche, le spiagge più brutte
L’Italia è bellissima, lo sappiamo bene. Da Nord a Sud è un pullulare di luoghi da sogno e borghi incantevoli. Inoltre vanta oltre 7 mila chilometri di costa con spiagge spettacolari e un mare cristallino. Ma è davvero tutta così? Ovviamente no. Anche nella meravigliosa Italia ci sono luoghi da evitare e spiagge brutte dove non andare in vacanza. Penserete che ‘vabbé non ci andrà nessuno’ invece a volte perché ingannati dalle immagini a volte dal prezzo molto basso molti turisti finiscono in questi luoghi trappola. Ecco dunque dove evitare di andare.
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Le spiagge più brutte d’Italia
Viaggiare vuol dire andare a visitare un posto e anche vedere luoghi non canonicamente belli è comunque conoscere e ampliare la propria mente e il proprio bagaglio di conoscenze. E se è vero che ‘bello’ è un concetto relativo, ci sono spiagge inquinate e sporche che è assoluto definirle brutte. Insomma: andate pure a vedere con i vostri occhi, ma sappiate dove state andando.
Spiaggia di Rosignano Solvay: la finta bella
Vedendo le foto di questa spiaggia direte ‘ma siete impazziti? E’ bellissima!’ Attenzione perché l’apparenza, come mai in questo caso, inganna. E basta avvicinarsi un po’ per capirlo. Quella sabbia bianca non è naturale è in prodotto industriale della vicina fabbrica di bicarbonato.
Ci troviamo in Toscana, in provincia di Livorno, vicino a Castiglioncello a Rosignano. I livelli di inquinamento di questo tratto di mare sono pericolosamente alti e da molti anni associazioni ambientaliste si battono per salvaguardare quello che resta di questo tratto di costa. Negli ultimi tempi la situazione è un po’ migliorata, ma rimane un luogo da evitare.
Coccia di Morto: la peggiore d’Italia
E’ ovvio che le spiagge vicino alle grandi città e addirittura vicino alla foce del terzo fiume più lungo d’Italia, il Tevere, non possono essere incantevoli e infatti la spiaggia di Coccia di Morto non lo è. Peccato però perché qui madre natura il suo l’aveva fatto: dune, sabbia fine e dorata e un mare dolcemente digradante. Solo che poi è arrivato l’uomo ed ha inquinato.
Non solo il mare per via degli scarichi, ma tutta la spiaggia è una distesa di sporcizia. Un’indagine di qualche anno fa elesse Coccia di Morto come la spiaggia più sporca d’Italia. Il film come ‘Un gatto in tangenziale’ ha reso noto al grande pubblico il limite di questo arenile. C’è da dire che rispetto a una decina di anni fa, la situazione è migliorata specie durante l’estate, ma i cumuli di immondizia rimangono una costante.
Barcarello di Sferracavallo: la spiaggia sporca della Sicilia
Avrebbe tutto per essere una delle tante spiagge top della Sicilia eppure la mano dell’uomo è riuscita a rovinare questo luogo. Ci troviamo a pochi passi da Palermo, in quella che un tempo era la meta della nobiltà palermitana e che oggi invece è un luogo da evitare.
Questa borgata si trova tra un’area marina e una Riserva, ma quei due km prima della Riserva di Capo Gallo sono un cumulo di sporcizia. E di abbandono. Qualche anno fa venne costruita una passeggiata in legno sul mare: ovviamente l’acqua ha rovinato il materiale lasciando ora solo un pericoloso scheletro. Così per camminare è necessario scendere sulla strada.
Questa spiaggia poteva essere – e un tempo lo era – come la famosa spiaggia di Mondello, ma qui l’incuria, la maleducazione e lo scaricabarile di responsabilità delle istituzioni hanno reso luogo da evitare. Pieno di immondizia che straborda dai cassonetti, spiaggia sporchissima, strutture abbandonate. Le associazioni si stanno però facendo sentire e almeno i cassonetti ora vengono svuotati. Chissà se riuscirà a riportare questa spiaggia all’antico splendore.
L’Italia sarebbe davvero tutta bella se non fosse per la mano che l’uomo che inquina e sporca rendendo alcune spiagge le più brutte. Depuratori non funzionanti o assenti, scarichi, immondizia non raccolta sono una costante da Nord a Sud. Spiagge e mari inquinati ci sono infatti in molte località della Penisola: dal Friuli alla Puglia passando per il Lazio, queste tre che vi abbiamo raccontato sono l’esempio più eclatante.