Variante Delta: le Regioni che rischiano la zona gialla. Cosa bisogna sapere.
A causa della variante Delta del Coronavirus, sono tornati a risalire i contagi in Italia. Uno scenario che era stato già ampiamente previsto e che rischia di peggiorare dopo i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio con folle di persone in strada, assembrate e senza mascherina.
Se la festa per gli Europei si tradurrà in un forte aumento dei contagi, lo sapremo solo nei prossimi giorni. Festeggiamenti o no, comunque, la curva epidemica era già tornata a salire, con una vera e propria inversione di tendenza a inizio luglio, dopo settimane di forte calo a giugno. Per evitare il rischio di nuove restrizioni, l’unico strumento che abbiamo è la vaccinazione.
La scorsa settimana, il monitoraggio dei contagi in Italia ha rilevato un aumento dell’indice Rt di trasmissibilità dei contagi, dopo settimane di calo o stabilità. Non solo, si è anche fermato il calo dell’incidenza settimanale dei contagi, mentre in alcune Regioni è tornato a salire. La risalita dell’incidenza dei contagi potrebbe riportare le Regioni in zona gialla. Ecco chi rischia.
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Variante Delta: le Regioni che rischiano la zona gialla
Le Regioni italiane che nell’ultima settimana hanno visto risalire i casi di Coronavirus e un rialzo dell’incidenza settimanale dei contagi sono Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia. Queste Regioni potrebbero perdere la zona bianca e passare in quella gialla se l’incidenza dovesse aumentare ancora, fino a superare i 50 casi ogni 100mila abitanti a settimana. Questa, infatti, è la soglia massima per restare in zona bianca e deve essere mantenuta per tre settimane consecutive.
L’incidenza settimanale dei contagi in queste quattro Regioni è di: 16,75 casi in Sicilia, 15,33 casi in Abruzzo, 12,89 in Campania e 11,09 casi nelle Marche. Mentre a livello nazionale, l’incidenza è di 9 casi ogni 100mila abitanti. Lo stacco è evidente e se dovesse aumentare queste Regioni rischiano sul serio il passaggio in una zona di rischio più elevato come la zona gialla, sebbene ancora con restrizioni limitate. Ma pur sempre con restrizioni.
Per il cambio di colore delle Regioni, tuttavia, servono anche altri parametri come l’indice Rt dei contagi e l’occupazione dei posti letto in ospedale, in area medica (soglia critica al 40%) e in terapia intensiva (soglia critica al 30%).
Poiché con la vaccinazione della popolazione, i casi gravi di Covid-19 e i decessi rimangono bassi anche in presenza di aumento importante dei contagi, parte della politica e soprattutto le Regioni chiedono un revisione dei criteri per l’assegnazione dei colori, facendo pesare di più i ricoveri in ospedale rispetto ai semplici contagi, che potrebbero riguardare anche casi asintomatici.
Esclusa per ora la zona gialla
Al momento, comunque, dal Ministero della Salute fanno sapere che non c’è la necessità di un ritorno alle zone gialle. Il ministro Roberto Speranza ha detto che “la vera arma per chiudere questa stagione è la campagna di vaccinazione, dobbiamo insistere sulla vaccinazione“. La risalita dei contagi era attesa, ha spiegato il ministro, ma i numeri sono più bassi rispetto al passato e per eventuali provvedimenti si valuterà passo dopo passo, seguendo le indicazioni dei tecnici del Comitato Tecnico Scientifico.
Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha voluto tranquillizzare su un eventuale ritorno delle zone gialle: “Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane”. Slieri ha sottolineato: “Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni”.
La zona gialla per il momento è esclusa, tutto sta a vedere come si evolverà l’epidemia.
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