Le operazioni di soccorso sono state molto complicate per via del maltempo, della complessità della zona e l’impossibilità di calare la barella senza allargare l’ingresso della grotta.
Una storia che poteva finire in tragedia, ma che fortunatamente, ha un lieto fine. Lo speleologo 22enne di Rovereto in Piano è stato finalmente tratto in salvo e trasportato all’ospedale più vicino per dargli tutte le cure necessarie. La famiglia tira un sospiro di sollievo e così anche i soccorritori che hanno lavorato alacremente tutta la notte per trarlo in salvo dalla piccola e complessa cavità in cui era rimasto bloccato.
Siamo nel cuore delle Dolomiti Friulane e il 22enne speleologo stava facendo dei rilevamenti e delle analisi quando è caduto in una grotta a 20 metri di profondità a oltre 2000 metri di altezza nei pressi di Forcella Lodina. Il ragazzo, fortunatamente non era in pericolo di vita, ma aveva riportato gravi lesioni a causa della caduta. E la situazione si è complicata sia per l’altitudine, sia per la difficoltà nel raggiungere la piccola cavità in cui era scivolato.
Durante i soccorsi il 22enne è stato monitorato costantemente da diversi medici e volontari. Oltre che soccorritori speleologi specializzati proprio nelle operazioni di recupero in aree impervie.
Poiché la barella non riusciva ad essere calata nella grotta sono iniziati i lavori per allargare l’ingresso alla grotta e consentire quindi ai medici e alle attrezzature sanitarie, di raggiungere il ragazzo. A rendere la situazione ancora più complicata è stata la presenza del maltempo. Piogge e vento hanno proibito all’elicottero della Protezione Civile di raggiungere il ragazzo fino a questa mattina.
Proprio nella notte tra il 4 e il 5 luglio infatti gli infermieri, i medici e gli esperti speleologi sono riusciti ad allargare l’ingresso con un complesso lavoro di disostruzione. Alla fine il giovane è stato imbracato e trasportato fuori da questa piccola grotta. Tutto è bene quel che finisce bene insomma.