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Green pass: cambia tutto? Nuove regole e problemi

Green pass: cambia tutto? Nuove regole e problemi. Cosa sta succedendo.

Green pass: cambia tutto? Nuove regole e problemi (Adobe Stock)

A poche ore dall‘introduzione ufficiale del Green pass in Europa, il 1° luglio, sorgono alcune problematiche con il Green pass italiano. Come sappiamo, infatti, le autorità italiane rilasciano il Certificato verde Covid-19 già dopo 15 giorni dalla prima dose di vaccino, mentre quello europeo solo dopo la seconda.

Agli italiani che viaggiano in Europa e che hanno il Green pass italiano per la sola prima dose di vaccino potrebbe essere richiesto comunque di esibire un test negativo al Covid. Perché la loro vaccinazione non è completa.

Non solo, con la diffusione in Europa della variante Delta del Coronavirus, anche con primi focolai in Italia, il governo starebbe pensando di modificare le regole per il rilascio del Green pass vaccinale, applicando quella dei 15 giorni dalla seconda dose, come nel resto d’Europa. Il governo non ha ancora dato indicazioni precise, ma starebbe valutando una modifica in questo senso. E non si tratta dell’unico problema con il Green pass italiano. Ecco cosa bisogna sapere.

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Green pass: cambia tutto? Nuove regole e problemi

Guai in vista per il Green pass italiano a meno di due settimane dalla sua introduzione e 48 ore dall’entrata in vigore di quello europeo. Il nostro certificato verde Covid-19, che già circa 13,7 milioni di italiani hanno scaricato, potrebbe servire a ben poco se non a nulla in caso di rilascio dopo la somministrazione della sola prima dose di vaccino.

Già avevamo rilevato questa grande differenza con quello europeo, valido per i vaccinati solo dopo i 14 giorni dalla seconda somministrazione del vaccino, una volta completata l’immunizzazione, con il rischio che i vaccinati italiani dopo un sola dose debbano comunque sottoporsi a tampone se si recano in un altro Paese europeo. Perché il Green pass italiano per una sola dose di vaccino potrebbe non essere accettato dal 1° luglio negli altri Paesi UE e in quelli che hanno aderito al pass come Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.

Finora, il nostro Green pass è stato utilizzato soprattutto per partecipare ai ricevimenti di matrimonio e fare visite alle Rsa. Viene infatti richiesto in queste circostanze e per la partecipazione ai grandi eventi.

Ora, però, oltre a non essere riconosciuto all’estero con queste modalità, rischia di fatto di essere inutile o di dare un falso senso di sicurezza perché contro la variante Delta del virus una sola dose di vaccino è inefficace a proteggere dal contagio. È vero che anche una sola dose sembra comunque proteggere dai sintomi più gravi e dal ricovero in ospedale, ma il virus circolerebbe comunque, con la conseguenza di diffondere i contagi quando si crede di essere al sicuro.

Il governo, pertanto, potrebbe rivedere le regole per la concessione del Green pass italiano che nel decreto legge del 18 maggio n. 65 prevedevano la possibilità del rilascio del certificato già dopo la sola prima dose. L’annuncio è stato dato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che nelle ultime ore ha annunciato la possibilità che anche il Green pass italiano venga rilasciato dopo la seconda dose di vaccino come quello europeo.

Il Governo aspetta i dati ufficiali sulla diffusione della variante Delta in Italia. “Una modifica per ora non serve – ha spiegato Sileri a Radio24 – ma va messa in cantiere. Attendiamo i dati delle prossime settimane e poi decideremo“.

Altri problemi

Quello del Green pass da rilasciare dopo la prima o la seconda dose di vaccino, tuttavia, non è l’unico problema in Italia con il certificato verde Covid-19. Gli italiani che si sono vaccinati all’estero non riescono ancora a ricevere la validazione della certificazione di vaccinazione estera per ottenere il Green pass italiano.

Avrebbero il diritto di ottenere il Green pass italiano ma mancano ancora le procedure per la validazione dei certificati emessi all’estero. Il Dpcm del 17 giugno 2021, che contiene il regolamento del pass italiano, non stabilisce le modalità di riconoscimento dei certificati vaccinali esteri. Occorre in questo caso una circolare del congiunta del Ministero della Salute e di quello degli Esteri, come ha spiegato la Farnesina. Circolare che ancora manca.

Non finisce qui. C’è anche il problema dei guariti dal Covid-19 che hanno difficoltà nell’ottenere la certificazione verde Covid-19. Non hanno ancora ricevuto l’sms del Ministero della Salute. Inoltre, quando sono vaccinati, con una sola dose come da procedura, ricevono il Green pass temporaneo come tutti i vaccinati con prima dose, per i quali sarà valido fino alla somministrazione della seconda dose. Per i guariti vaccinati, però, una seconda dose non ci sarà mai.

Ricordiamo che i guariti hanno diritto ad ottenere il Green pass con una validità di sei mesi dalla guarigione.

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Green pass italiano (Foto Adobe Stock)
Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba