Il volto amato della tv Alberto Angela è nato all’estero dove ha vissuto per molti anni. E ha viaggiato moltissimo: alcuni viaggi sono stati incredibili e rischiosi: come quando è stato sequestrato
Come suo papà Piero, Alberto Angela, ha il dono di entrare con garbo in casa dei telespettatori e di saper condurre con passione e semplicità alla scoperta della Storia e dei luoghi più belli e importanti del mondo.
Le trasmissioni di Alberto Angela sono sempre seguitissime e lui stesso gode di molta fama e popolarità. Non tutti sanno però dove è nato e dove ha vissuto a lungo. Inoltre ha viaggiato tantissimo, partecipando a scavi archeologici e spedizioni.
Piero Angela ha due figli Alberto che come il papà è diventato divulgatore scientifico e Christine che invece vive lontano dalle telecamere. I due bambini sin da piccolissimi hanno accompagnato papà Piero nei suoi tanti viaggi in giro per il mondo.
Non sorprende dunque che Alberto Angela non sia nato in Italia, ma sia nato in Francia, a Parigi. In questa città Alberto ha frequentato le scuole e qui di è diplomato. Poi ha continuato gli studi in Italia a Roma dove si è laureato a La Sapienza in Scienze Naturali. Si è poi trasferito negli USA ad Harvard ed ha poi frequentato dei corsi di specializzazione in Paleontologia alla Columbia University e alla UCLA.
E da questo momento inizia un nuovo capitolo di viaggi per Alberto Angela, quelli legati alla sua carriera.
Nelle sue trasmissioni Angela ci porta alla scoperta di testimonianze storiche di antiche civiltà e ci fa vivere la stessa emozione di un archeologo nel momento in cui ritrova un segno del passato. La stessa che deve aver provato Alberto nei suoi tanti viaggi in giro per il mondo.
Infatti per circa 10 anni dopo la laurea Alberto ha partecipato a innumerevoli spedizioni internazionali di paleontologia. Scavi che si sono concentrati soprattutto nel Continente Africano alla ricerca di resti dei primi ominidi.
Intorno al 1990 Alberto inizia la sua attività televisiva realizzando documentari per la RAI sull’Africa e in particolare sulla pianura del Serengeti. Comincia poi a collaborare con suo padre Piero a Superquark partecipando a servizi in ogni parte del mondo.
Il conduttore con i suoi programmi ci porta in viaggio in moltissimi luoghi del mondo e in particolare d’Italia. Meraviglie d’Italia ci guida infatti fra le bellezze del nostro Paese, mentre con Ulisse- Il piacere della Scoperta, ci porta a conoscere la Storia attraverso siti archeologici.
Nei suoi tantissimi viaggi Alberto Angela è stato testimone di momenti eccezionali, ma spesso ha anche rischiato per la sua vita.
Era presente alla spedizione del 1986 alla Gola di Olduvai, sito archeologico della Tanzania, che portò alla scoperta di un ominide, del genere Homo, vissuto 1.8 milioni di anni fa.
Sempre in Africa nel 1991 in Etiopia era con una spedizione alla ricerca di fossili e finì in un’imboscata di alcune tribù. Ne scaturì una sparatoria da cui ne uscì indenne e senza conseguenze.
Alberto Angela con la troupe di Superquark è stato il primo ad entrare con le telecamere nella tomba KV5 voluta da Ramses II nella Valle dei Re in Egitto. In Antartide invece si ritrovò a filmare a -30 gradi per via di un’inatteso peggioramento delle condizioni meteo.
Ha realizzato servizi per preservare popolazioni in via di estinzione ed ha messo piedi in tutti i Continenti e in buona parte di tutti i Paesi del Mondo.
L’archeologo, soprannominato l’Indiana Jones italiano, si è trovato pure nel bel mezzo di un mare in tempesta: “Ero in barca in Mozambico – ha raccontato una volta in un’intervista a Rai Play- tornavamo al porto. Una tempesta ci ha travolto, addirittura c’era chi piangeva. Per darci forza cantavamo”.
L’esperienza più brutta e rischiosa nel 2002 quando si trovava nel deserto fra il Niger e l’Algeria per girare un documentario per il programma Ulisse- Il piacere della scoperta: “Ho rischiato di essere ucciso – ha raccontato Angela in un’intervista a Di Più – sono stato sequestrato e picchiato da criminali nel Niger. Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie. Poi per fortuna mi hanno liberato. Ero con i sei operatori della mia troupe. Dal nulla è uscito un veicolo velocissimo, dal quale sono scesi tre individui con turbante e occhiali da sole, ma anche kalashnikov e pistole alla mano. Ci hanno legato, picchiato per ore, interrogandoci e divertendosi a terrorizzarci: ci hanno anche chiesto se fossimo delle spie. Sono state 15 ore terribili – ha aggiunto Angela – siamo stati tutti percossi, minacciati e poi derubati di tutto. Oggi sono qui a raccontare quello che mi è successo e, nonostante la grande paura, non ho smesso di svolgere con grande passione il mio lavoro”.
Parlando del nostro Paese il conduttore ha detto in un’intervista a Francesca Fialdini nel programma Da Noi…a Ruota libera: “la bellezza che ho visto in Italia non l’ho vista altrove. Molte città nostrane potrebbero tranquillamente essere capitali europee, o in passato lo sono state”. Alberto Angela nato a Parigi, cuore italiano e cittadino del mondo.