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L’oro di Scampia storia vera: dove è stato girato, luoghi e personaggi

Dove è stato girato L’Oro di Scampia, il significato, il messaggio e i luoghi della storia. I personaggi veri e le location

L’Oro di Scampia, dove è stato girato il film, i personaggi e i luoghi. Cosa c’è di vero

Era il 2000 quando alle Olimpiadi di Sydney un ragazzo napoletano portava l’Italia sul tetto del mondo di Judo. Quel ragazzo era Giuseppe Maddaloni. Un’impresa e una storia quella di Pino e di suo padre Gianni che è diventata prima un libro e poi un film. L’Oro di Scampia film con la regia di Marco Pontecorvo racconta la loro storia vera. Dove è ambientato il film, i luoghi, i personaggi di una pellicola che fa emozionare.

Dove è stato girato il film L’Oro di Scampia

Il film tratto dal libro ‘La mia vita sportiva’ di Gianni Maddaloni racconta la vera storia di Gianni Maddaloni e di suo figlio Pino. Nel film papà Gianni si chiama Enzo ed è interpretato da Beppe Fiorello, mentre il personaggio di Pino, il judoka, è chiamato Toni ed è interpretato da Gianluca Di Gennaro. La madre Teresa è interpretata da Anna Foglietta.

Il film è ambientato ed è stato girato nel quartiere di Napoli Scampia. E qui per dare ai giovani un’opportunità diversa dalla strada Enzo, infermiere ed ex judoka, apre una palestra di judo. Dovrà scontarsi con le difficoltà della zona, con la malavita, ma lo sport riuscirà a salvare tantissimi giovani e porterà suo figlio sul podio più alto di un Olimpiade.

La storia del film è stata in parte romanzata, ma il rapporto padre-figlio, la palestra a Scampia la Star Judo Club – tuttora aperta – che è opportunità di riscatto sociale per tanti ragazzi corrispondono a verità. Così come l’impegno di Gianni a dare una seconda chance a tutti, tanto che nella sua palestra chi non può pagare la retta non la paga.

I luoghi del film: le Vele di Scampia

Il film e la storia girano intorno al luogo dove tutto avviene: Scampia. Si tratta di un quartiere periferico di Napoli, che si trova a nord della città, dominato dai palazzoni popolari e fatiscenti detti Le Vele. Questo agglomerato urbano in cui vivono più di 120 mila persone è diventato famoso anche con il film Gomorra.

Le Vele di Scampia a nord di Napoli

La palestra del film è in realtà un ex scuola. Per il resto la produzione ha cercato di essere il più possibile fedele. La maggior parte delle riprese esterne sono state girate infatti a Scampia, sebbene sia stata necessaria la presenza della polizia per girare il film.

Andare a vedere Scampia, luogo del film

Scampia non è una zona che si va a visitare con la macchina fotografica in mano, non soltanto perché i livelli di criminalità e il controllo della malavita la rendono una zona non accessibile, ma anche perché non sarebbe rispettoso di coloro che lì ci vivono e da lì provano a rialzarsi.

Eppure dopo Gomorra tantissimi turisti andarono a Scampia per vedere da vicino queste famose e se tutto quello descritto nel film era poi vero. E in quel periodo nacque lo scampiatriptour che vuole essere un modo responsabile per far conoscere questa zona di Napoli e d’Italia.

Il tour parte dalla stazione della metro di Scampia. A bordo di un piccolo pullman si passa alle Vele si racconta la loro storia e la loro parabola discendete che li ha portati ad essere dei palazzi fatiscenti simbolo della malavita napoletana.

Poi si passa al Gridas il centro sociale che è il punto di riferimento di tutte le associazioni della zona della loro opera di resistenza e battaglia in questo quartiere. Poi la scuola calcio Arci Scampia che toglie i ragazzi dalla strada e gli dà un’opportunità di vita diversa. E l’ultima tappa il Chikù l’unico ristorante rom in Italia. Un esempio di accoglienza e integrazione in una terra dove questo sembra impossibile.

Una scena del film L’Oro di Scampia, i personaggi sono ispirati a Gianni e Pino Maddaloni

Alle tappe andrebbe inclusa la palestra di Gianni Maddaloni, perché anche di lì in quei luoghi passa l’Oro di Scampia.

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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