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Colori Regioni dal 26 aprile: quasi tutta Italia in giallo, Sardegna in rosso

Come cambiano i colori delle Regioni da lunedì 26 aprile: chi è in giallo e chi invece resta in zona rossa e arancione.

Stazione centrale di Milano (Adobe Stock)

Mentre l’Italia si prepara per le riaperture del 26 aprile prossimo, arrivano i dati sul monitoraggio settimanale dei contagi che decideranno i colori delle Regioni per la prossima settimana.

Calano indice Rt e incidenza dei casi a livello nazionale. Questi miglioramenti sull’andamento dell’epidemia e gli ultimi dati aggiornati sui contagi nelle singole Regioni cambieranno la mappa a colori d’Italia dalla prossima settimana.

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Colori Regioni dal 26 aprile: quasi tutta Italia in giallo e arancione

Grazie a un generale miglioramento dell’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia e al ripristino della zona gialla dal 26 aprile, in anticipo rispetto alla scadenza dell’ultimo decreto che sospendeva quest’area fino alla fine del mese, molte Regioni e Province autonome passeranno al giallo già dalla prossima settimana. Nuovi colori insomma che decretano anche delle aperture.

Al momento si tratta solo di anticipazioni, che andranno confermate dalle ordinanze che firmerà il ministro della Salute. In ogni caso, proprio sulla base dei dati è possibile già prevedere quali Regioni diventeranno gialle da lunedì e quali passeranno o resteranno in arancione.

Nuovi colori delle Regioni da lunedì 26 aprile

Secondo i dati del monitoraggio dei contagi, dell’indice Rt regionale, dell’incidenza dei contagi e del livello di rischio in ciascuna Regione, dalla prossima settimana quasi tutta Italia sarà in giallo e alcune zone in arancione. Nessuna Regione dovrebbe essere in rosso, tranne forse la Sardegna che è in bilico.

Sono 14 le Regioni date come gialle, insieme alle due Province autonome di Trento e Bolzano. Passano in giallo: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Puglia (dal rosso), Toscana, Umbria e Veneto.

Sono 4 le Regioni che restano o passano all’arancione: Basilicata, Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta (dal rosso).

In un primo momento era incerta la Sardegna, da alcuni confermata in rosso, per il livello di rischio ancora alto, mentre secondo altri sarebbe passata all’arancione. Alla fine è stata confermata la zona rossa, unica Regione d’Italia. Sembra passata un’era da quando la Sardegna era entrata in zona bianca, unica in Italia, per tre settimane a marzo.

Riaprono i ristoranti e i bar anche a cena

I nuovi colori delle Regioni, ovviamente, portano con sé delle novità. Per la zona gialla potranno riaprire bar e ristoranti anche a cena, ma per il momento solo all’aperto, poi musei, mostre, cinema e teatri. Sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza e nei limiti dell’orario del coprifuoco, che resta in vigore dalle 22.00 alle 5.00 del mattino.

Le scuole saranno tutte in presenza, le superiori almeno al 50% degli studenti. Sarà inoltre consentito lo svolgimento dell’attività sportiva all’aperto.

Spostamenti tra regioni

Con il cambio dei colori delle Regioni, tra zona gialle torna la libertà di spostamento, senza bisogno di giustificazioni e senza nemmeno bisogno del nuovo pass o “certificazione verde”. Potranno così incontrarsi di nuovo familiari separati da mesi perché residenti in Regioni diverse. Ricordiamo, infatti, che le restrizioni agli spostamenti tra Regioni sono in vigore da Natale. Inoltre, nelle Regioni gialle, come in quelle arancioni, sono consentite le visite ad abitazioni private da parte di un numero di massimo di quattro persone, aumentato rispetto al limite di due introdotto sempre a Natale.

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Come cambia l’indice di contagio che decreta i cambi di colori delle Regioni

La Cabina di Regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute comunica che l’indice Rt nazionale di trasmissione del contagio è sceso allo 0,81 rispetto allo 0,85 della settimana scorsa. A conferma del calo dei contagi. Mentre l’incidenza settimanale dei contagi a livello nazionale è di 157,4 casi per 100mila abitanti. I dati si riferiscono alla settimana dal 12 al 18 aprile. Anche se in calo, l’incidenza dei contagi rimane comunque ancora elevata e lontana dai 50 casi per 100.000 abitanti che consentirebbero il ripristino del tracciamento e un pieno controllo sulla diffusione dell’epidemia.

La situazione negli ospedali

Inoltre, rimane ancora critica la situazione degli ospedali. Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è sceso sotto la soglia del 36% per la prima volta dopo diverse settimane (da 26.952 a 23.255 ricoveri nel periodo di riferimento). Diminuiscono anche i ricoveri in terapia intensiva, che sono scesi dai 3.526 del 13 aprile ai 3.151 del 20 aprile. Tuttavia, a livello nazionale l’occupazione dei posti nelle terapie intensive rimane sopra la soglia critica dea 30% al 35%. Livelli inferiori a quelli marzo ma ancora troppo alti.

(Ristorante a Roma. Foto di Antonio Masiello/Getty Images)

La Cabina di Regia dichiara che “si conferma la lenta discesa dei nuovi casi e del numero di pazienti ricoverati, ma il quadro complessivo resta ancora ad un livello critico“.

Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba