Chi rientra in Italia deve mettersi in quarantena per 5 giorni. La misura in vigore fino al 30 aprile per il rientro in Italia
Mentre l’Italia è in zona rossa e chiusa in casa, chi se lo è potuto permettere ha preparato la valigia ed è scappato all’estero, prevalentemente alle Canarie e Baleari. La possibilità di andare all’estero quando è vietato muoversi da casa ha fatto imbestialire non poco gli italiani, sebbene la situazione sia un po’ più complessa e riguarda anche degli accordi internazionali.
Fatto sta che visto il gran numero di viaggiatori che torneranno nei prossimi giorni in Italia è stata istituita la quarantena di 5 giorni per chi rientra in Italia e questa misura è stata prorogata fino al 30 aprile. Ecco dunque le regole sul rientro in Italia, le stesse valgono anche per gli stranieri che arrivano.
Cosa deve fare chi rientra in Italia
Chi rientra in Italia da uno dei Paesi dell’Unione deve dimostrare di essere negativo al coronavirus, deve fare 5 giorni di quarantena fiduciaria e ripetere poi il tampone. Solo dopo queste misure potrà tornare a muoversi liberamente nel nostro paese. Questo vale sia per gli italiani che rientrano sia per qualsiasi cittadino europeo che entri in Italia.
Il primo test pcr deve essere fatto dunque prima dell’ingresso nel nostro Paese, ossia questo significa che nel luogo di vacanza il viaggiatore deve fare il tampone e presentare poi il risultato negativo all’arrivo in Italia.
Una volta dunque presentato il responso in aeroporto deve recarsi presso il proprio domicilio, restarci per 5 giorni al termine dei quali deve andare in auto a fare un tampone. E solo dopo l’esito negativo di questo può tornare a circolare.
Questa procedura è in vigore fino al 30 aprile 2021 e si applica al rientro in Italia dai seguenti paesi: Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia, (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.
Il doppio tampone e l’isolamento di 5 giorni è la procedura anche per chi rientra da: Regno Unito, Israele, Irlanda del Nord e Austria (ma non Tirolo per cui rimane la quarantena di 14 giorni). Da questi Paesi finora era prevista una quarantena più lunga.
Per tutti i Paesi non inclusi in questa lista oltre ad essere vietati gli spostamenti per turismo è prevista una quarantena di almeno 14 giorni, oltre ai tamponi negativi.
Dove si può andare all’estero
I viaggi all’estero sono fondamentalmente sconsigliati dal nostro Ministero della Salute e al di là di poche eccezioni, nella maggior parte dei Paesi Europei – gli unici tra l’altro dove si può andare per turismo – sono in vigore strette misure restrittive.
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Nel DPCM dello scorso 2 marzo i Paesi sono stati suddivisi in diversi elenchi e solo per quelli Europei, eccezion fatta per il Regno Unito, è concesso lo spostamento senza motivazione, ossia ci si può andare per turismo.
Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Faer Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi Guadalupa, Martinica, Guyana, Riunione, Mayotte ed esclusi altri territori situati al di fuori del continente europeo), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori situati al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (inclusi territori nel continente africano), Svezia, Ungheria, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco.
Se è vero che in questi Paesi si può entrare senza limitazioni, spesso le restrizioni presenti all’interno sono incompatibili con una vacanza. In Francia ad esempio oltre ad essere tutto chiuso tranne le attività essenziali, c’è il coprifuoco dalle 19. In Grecia fino al 6 aprile chiunque entri, anche con PCR negativo, deve sottoporsi al regime della quarantena per sette giorni. Solo la Spagna ha misure meno severe – sebbene a Barcellona sia quasi tutto chiuso – specialmente nelle isole. Per questo le Baleari e le Canarie in questo weekend di Pasqua hanno fatto il tutto esaurito con turisti da tutta Europa.