Nella giornata dedicata a Dante Alighieri scopriamo dove è morto il sommo poeta, perché è stato allontanato da Firenze e cosa lo ha portato alla dipartita.
Oggi è il Dantedì. Il giorno dedicato al Sommo Poeta, Dante Alighieri perché proprio il giorno del 25 marzo è quello in cui si pensa che inizi il viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Quest’anno poi ha una valenza ancora più forte perché si celebrano i 700 anni dalla sua scomparsa. Dante Alighieri con la sua opera più famosa è una vera e propria icona della cultura italiana, ma si è scoperto da diverse indagini che i ragazzi più giovani soprattutto non conoscono a fondo il poeta. Soprattutto, in pochissimi sanno che Dante è morto a Ravenna, lontano dalla sua amata Firenze a cui era stato esiliato!
Perché Dante è stato esiliato da Firenze?
Partiamo quindi con lo svelare ciò che è accaduto a Dante e al mondo in cui viveva prima che venisse esiliato. Nel XIII secolo, infatti, a Firenze la contrapposizione tra Guelfi – sostenitori del Papa – e Ghibellini – sostenitori dell’Imperatore – era fortissima e molto sentita.
Dante, sostenitore dei Guelfi, iniziò così una “battaglia” durissima in tal senso schierandosi contro Bonifacio VIII nuovo Papa. Questa nuova figura infatti era considerata da una parte dei Guelfi, chiamati i bianchi, troppo espansionista. I neri invece erano i Guelfi più ricchi legati per ragioni economiche al nuovo Papa Bonifacio e, di conseguenza fieri suoi sostenitori. Il Pontefice saputo l’odio nei suoi riguardi da parte di Dante Alighieri non fu molto contento, anzi, attirò il poeta in una trappola che lo trascinò in tribunale con l’accusa di estorsione baratteria. Una sentenza che lo costrinse, nel 1302 all’esilio.
Il Sommo Poeta soffrì moltissimo per questa sentenza e dovette dire addio alla sua amatissima Firenze e alla sua terra. Da qui, nacque proprio la Divina Commedia in cui troviamo spesso proprio dei riferimenti alla sua condizione terrena di esiliato.
Il soggiorno a Ravenna e la morte per la malaria
Dopo lunghi viaggi approdò a Ravenna, presso la corte di Guido Novello Da Polenta e qui rimase dal 1318 fino al 1321, anno della sua morte.
In questi ultimi anni il poeta visse in modo molto tranquillo, dedicandosi all’arte, alla cultura e soprattutto alla letteratura. Venne anche incaricato dal Signore di Ravenna di svolgere alcuni viaggi come ambasciatore della città e, tra i vari spostamenti, andò anche a Venezia. Proprio qui, purtroppo, contrasse la malaria mentre viaggiava nelle Valli di Comacchio e nella notte tra il 13 e il 14 settembre, morì all’età di 56 anni. I funerali avvennero proprio nella chiesa di San Pier Maggiore, oggi san Francesco, a Ravenna.
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(Fonte immagini Pixabay)