L’estate durerà sei mesi, a causa dei cambiamenti climatici. Le previsioni degli scienziati.
I cambiamenti climatici sono una realtà che non possiamo più ignorare e che presto farà sentire le sue conseguenze. All’orizzonte si profilano vere e proprie catastrofi: desertificazioni, innalzamento dei livelli del mare per lo scioglimento dei ghiacci, zone invivibili del pianeta a causa del surriscaldamento.
Una minaccia che mette in grave pericolo la stessa sopravvivenza umana sulla Terra, ma di fronte alla quale gli esseri umani sembrano ciechi e sordi. Gli appelli degli scienziati a invertire la rotta sulle emissioni inquinanti e sullo sfruttamento intensivo del pianeta cadono nel vuoto. Consumo di suolo e produzione di anidride carbonica vanno avanti come se niente fosse. Avidità e cecità la fanno da padrone. Finché non ci troveremo di fronte a delle vere e proprie catastrofi concrete e allora forse solo in quel momento ci renderemo conto del pericolo, sempre che non sia troppo tardi.
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Uno dei principali effetti dei cambiamenti climatici è il riscaldamento della Terra, con inverni sempre più miti ed estati sempre più calde. Un fenomeno che ormai è sotto gli occhi di tutti e di cui ci siamo accorti molto bene anche in Italia. Soprattutto negli ultimi anni, con estati torride segnate da ondate di caldo africano e inverni sempre meno freddi, che da una parte può essere un vantaggio ma in realtà non lo è.
Ora, mentre gli scienziati rinnovano i loro allarmi sugli interventi da mettere subito in atto frenare il riscaldamento della Terra, un nuovo studio scientifico avverte che nei prossimi decenni nell’emisfero settentrionale le estati potranno durare fino a 6 mesi. Per gli amanti della bella stagione questa potrebbe essere un’ottima notizia, ma non lo è perché le conseguenze potrebbero essere devastanti. Ecco quale scenario ci aspetta.
Chi non vorrebbe l’estate tutto l’anno? È anche il verso di una famosissima canzone. Molti di noi sognano la spiaggia e le temperature estive anche nel pieno di gennaio. A nessuno, o quasi, piace il freddo, anche se gli ultimi inverni non sono stati poi così rigidi. In molti durante i mesi invernali partono per una vacanza verso i paradisi tropicali. Sebbene nell’ultimo anno tutto si sia fermato a causa della pandemia.
A non fermarsi, invece, è il cambiamento climatico ormai una realtà evidente a tutti, eccetto i più riottosi che si ostinano a non voler capire la situazioni. Un cambiamento che da anni sta modificando le stagioni, che non sono più quelle di una volta. Sembra un luogo comune ma non lo è.
Tutti abbiamo notato in Italia inverni sempre più miti, e per un certo verso più piacevoli e sopportabili, a fronte però di estati bollenti e invivibili, con stagioni intermedie caratterizzate da piogge torrenziali, alluvioni e smottamenti. Stravolgimenti che aumenteranno nel corso degli anni, modificando profondamente il nostro territorio.
L’Italia si sta tropicalizzando. Ora arriva l’avvertimento degli scienziati climatologi che tra non molti anni le estati potrebbero durare fino a 6 mesi e gli inverni ridursi drasticamente. È la previsione che fanno per l’emisfero settentrionale della Terra, dunque anche per noi in Italia, gli scienziati cinesi del South China Sea Institute of Oceanology (SCSIO).
Entro il 2100 le estati dureranno 6 mesi, gli inverni meno di 2 mesi e anche la primavera e l’autunno si accorceranno. Questo è lo scenario prefigurato per l’emisfero settentrionale del pianeta dallo studio cinese, pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.
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I ricercatori cinesi hanno raccolto e confrontato i dati sul clima dal 1952 al 2011. Questo ha permesso di verificare come sono cambiate le stagioni nell’emisfero Nord. Sulla base di questi dati sono stati elaborati dei modelli matematici per la previsione degli scenari futuri sui cambiamenti climatici.
Dallo studio è emerso che in 60 anni la durata dell’estate si è allungata da una media di 78 giorni a 95 giorni, mentre l’inverno si è accorciato da 76 a 73 giorni. Si sono ridotte anche le mezze stagioni: la primavera è passata da 124 a 115 giorni in media, mentre l’autunno si è accorciato da 87 a 82 giorni.
L’estate ha anticipato il suo inizio, mentre l’autunno e l’inverno lo hanno posticipato. Le zone dell’emisfero settentrionale maggiormente coinvolte da questi cambiamenti sono state l’area del Mediterraneo e quella dell’altopiano del Tibet.
Se una durata più lunga dell’estate fa piacere a tutti, va ricordato che l’alterazione del ciclo delle stagioni avrà delle conseguenze estremamente negative sull’ambiente e sulla nostra salute. Cambieranno i ritmi biologici di piante, animali e insetti, con profonde mutazioni al nostro ecosistema e lo stravolgimento dell’agricoltura. Il caldo porterà siccità, impoverendo le colture, inoltre aumenterà gli insetti che sono noti portatori di malattie.
Se non saranno attuati degli interventi per contenere l’avanzamento dei cambiamenti climatici, pagheremo a caro prezzo le lunghe estati.
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