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Passaporto vaccinale sì o no? Il parere dell’OMS

Passaporto vaccinale sì o no? Il parere dell’OMS su una questione complessa.

Passaporto vaccinale (Adobe Stock)

In questo periodo è al centro delle discussioni la possibilità di introdurre un passaporto vaccinale per riprendere a viaggiare in sicurezza, ma anche per frequentare luoghi pubblici affollati.

Nel frattempo la IATA, International Air Transport Association, ha messo a punto il Travel Pass, il passaporto digitale sanitario che attesta l’avvenuta vaccinazione anti-Covid del passeggero o la sua negatività al coronavirus a seguito di tampone oppure l’avvenuta guarigione dopo il contagio. Alcune compagnie aeree stanno partendo con la sua sperimentazione.

Il Travel Pass consiste in un’applicazione digitale per smartphone facile da usare e con uno standard su scala globale. L’utilizzo di regole uniformi, infatti, è fondamentale per velocizzare i controlli negli aeroporti, permettere ai viaggiatori di ridurre o evitare la quarantena e garantire gli Stati sull’efficacia degli strumenti di controllo per evitare la diffusione dei contagi. Le informazioni sanitarie del passeggero, digitalizzate, possono essere controllate esclusivamente dalle autorità attraverso un codice QR, in modo da garantire la riservatezza su dati sensibili.

Nel frattempo, pur tra discussioni e perplessità, l’Unione Europea sta lavorando alla realizzazione di un passaporto vaccinale europeo. La proposta dovrebbe della Commissione Ue è attesa per questi giorni.

Rimane la questione: il passaporto vaccinale è utile, è opportuno? Ecco la risposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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Passaporto vaccinale sì o no? Il parere dell’OMS

Sull’introduzione di un passaporto vaccinale internazionale per tornare a viaggiare in tempo di pandemia di Covid-19, arriva il parere dell’OMS. E si tratta di un parere negativo, almeno per il momento.

Lo ha spiegato Katherine O’Brien, direttrice del dipartimento d’immunizzazione dell’OMS, durante un’audizione al Parlamento europeo: “Attualmente non c’è una raccomandazione sanitaria internazionale sull’utilizzo di passaporti vaccinali per viaggi internazionali, né ci sono le condizioni per proporlo“. Ha detto O’Brien. Come riporta Ansa.

La campagna vaccinale nei vari Paesi del mondo, infatti, non è ancora così avanzata da garantire una vaccinazione di massa contro Covid-19. Quindi richiedere il passaporto vaccinale per viaggiare non avrebbe senso e non sarebbe nemmeno praticabile. A meno di non utilizzare una app come il Travel Pass che in alternativa alla certificazione della vaccinazione attesti la negatività al test per il coronavirus.

O’Brien ha aggiunto che l’OMS è a favore dei pass elettronici “per i singoli”, ma a livello internazionale “non ci sono le condizioni” per proporli, ha sottolineato. Il fatto è che “mancano le prove su quanto i vaccini proteggano” e si pongono problemi “per gli spostamenti, tenendo presente che per il momento vengono somministrate dosi solo alle persone vulnerabili“.

Dunque, le persone non sono ancora vaccinate su larga scala. I vaccinati nella maggior parte dei Paesi sono soggetti fragili, come anziani o malati (tra l’altro persone che difficilmente viaggerebbero per turismo), o personale sanitario (che in questo periodo non può nemmeno andare in vacanza).

Inoltre, ed è un aspetto fondamentale, come ha spiegato l’esperta dell’OMS, non ci sono ancora prove sufficienti su quanto i vaccini proteggano. Perché i vaccini sono stati sviluppati per bloccare la malattia, ma possono lasciar circolare ugualmente l’infezione, anche se in forma leggera, asintomatica o con pochi sintomi. In questo caso verrebbe meno il presupposto stesso del passaporto vaccinale, quello di permettere i viaggi e gli spostamenti in sicurezza senza far circolare il virus. Se il virus circola lo stesso, anche tra i vaccinati, la pandemia non si fermerebbe e creerebbe ulteriori problemi legati alla formazione di nuove varianti, anche più contagiose o pericolose, e soprattutto all’esposizione delle persone vulnerabili.

I primi studi sulle vaccinazioni anti-Cvid su vaste porzioni di popolazione, provenienti da Israele e Regno Unito, segnalano un netto calo di contagi grazie alla vaccinazione di massa, dunque la realizzazione dell’immunità di gregge. Sarà necessario, tuttavia, una vaccinazione più generale per confermare questi dati ed essere maggiormente sicuri su una effettiva battuta di arresto alla circolazione del virus.

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Il passaporto vaccinale europeo

Intanto, è attesa la presentazione della proposta ufficiale di un passaporto vaccinale europeo da parte della Commissione europea. Si tratta di un “green pass” che dovrebbe essere presentato il 17 marzo e che dovrebbe contenere la prova dell’avvenuta vaccinazione oppure il risultato del test negativo al coronavirus o la prova dell’avvenuta guarigione per chi ha contratto la malattia.

Sarà un passaporto digitale che nelle intenzioni dell’Unione Europea dovrebbe favorire la ripresa dei viaggi internazionali in vista dell’estate e in questo modo salvare il turismo già duramente colpito dalla pandemia.

Se alcuni Paesi europei spingono per la realizzazione di un passaporto vaccinale europeo, altri invece fanno muro per il rischio di compromettere la libertà si circolazione all’interno dell’Unione, uno dei principi fondanti della UE. Da Francia e Belgio sono arrivate critiche all’applicazione del passaporto vaccinale, l’obiezione è che permettere di viaggiare solo a chi è già vaccinato è ingiusto.

Tra i Paesi, invece, favorevoli all’introduzione del passaporto vaccinale ci sono la Spagna, il Portogallo e soprattutto la Grecia, motore dell’iniziativa, che con le loro economie basate sul turismo premono per una rapida soluzione.

Anche se fosse approvato, comunque, il passaporto vaccinale europeo non arriverà prima di giugno. Tre mesi di lavoro sono necessari per adattare le norme europee, applicarlo nei singoli Stati e farlo accettare anche fuori dalla Ue dagli altri enti internazionali.

Come il Travel Pass, anche il passaporto vaccinale europeo sarà digitale e le informazioni sanitarie da controllare attraverso un codice QR.

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Travel Pass (Adobe Stock)
Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba