Viaggi nel Regno Unito: doppio tampone all’arrivo, quarantena, multe pesanti e carcere per i trasgressori.
Dal Regno Unito arriva una durissima stretta ai viaggi sul proprio territorio con regole severissime per chi arriva dall’estero e in particolare dai Paesi più a rischio di nuove varianti Covid-19.
Negli ultimi mesi il numero dei contagi è esploso nel Paese, soprattutto per la variante inglese, obbligando il governo a introdurre un nuovo lockdown a inizio gennaio. Ad oggi, i contagi hanno raggiunto quasi i 4 milioni, mentre i morti sono oltre 114mila. Numeri pesantissimi, per contenere i quali il governo ha deciso di prendere misure draconiane. In ritardo, va detto.
Fino a un paio di mesi fa per entrare nel Regno Unito non era nemmeno richiesto un test per il Covid. Ora invece viene richiesto il doppio tampone all’arrivo, a distanza di 2 e 8 giorni, preceduto sempre dal tampone prima della partenza. Chi arriva dai Paesi considerati più a rischio e inseriti in una “lista nera” dovrà farsi anche la quarantena obbligatoria a proprie spese in hotel appositi. Per i trasgressori sono previste multe salatissime, mentre per le violazioni più gravi e i recidivi è previsto il carcere anche fino a 10 anni. Scopriamo le nuove regole in dettaglio.
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Viaggi nel Regno Unito: doppio tampone all’arrivo e quarantena
Il 9 febbraio, il ministro britannico della Sanità Matt Hancock ha annunciato al Parlamento di Londra l’adozione di nuove misure di stretta ai viaggi nel Regno Unito, per contenere la diffusione delle infezioni da nuovo coronavirus Sars-CoV-2 e soprattutto evitare la diffusione di nuove varianti più contagiose.
Le nuove regole entreranno in vigore lunedì 15 febbraio e di applicheranno a chiunque arrivi dall’estero, anche ai cittadini britannici e ai residenti.
Chiunque abbia in programma di entrare nel Regno Unito, oltre al tampone negativo da fare entro le 72 ore prima della partenza, obbligatorio dal 18 gennaio, da esibire all’arrivo in aeroporto, dovrà sottoporsi ad altri due test, il primo a 2 giorni e il secondo a 8 giorni dall’arrivo. Chi è stato autorizzato a entrare nel Paese con questa procedura, che vale per la maggior parte dei Paesi europei, Italia inclusa, deve sempre rispettare l’obbligo di isolamento fiduciario di 10 giorni, in casa o in hotel, già introdotto lo scorso 20 gennaio.
Tutti i test per il coronavirus all’arrivo nel Regno Unito sono a carico del viaggiatore. Costano circa 150 sterline l’uno. Chi arriverà nel Paese sprovvisto di tampone da fare prima della partenza sarà sanzionato con una multa da 500 sterline. Mentre per chi non si sottoporrà al test Covid una volta arrivato sul suolo britannico, sono previste multe da mille sterline in mancanza del primo test e di duemila sterline in mancanza del secondo.
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Quarantena obbligatoria in hotel per chi arriva dai Paesi più a rischio
Regole molto più severe, invece, sono previste per coloro che arrivano da 33 Paesi considerati particolarmente a rischio e inseriti in una “lista nera”. In questo caso, oltre ai tamponi obbligatori, chi entra nel Regno Unito dovrà sottoporsi a una quarantena obbligatoria di almeno 10 giorni in appositi hotel sorvegliati, non in casa (come invece è consentito a chi arriva dagli altri Paesi).
Anche in questo caso, la permanenza in hotel sarà a carico del viaggiatore, con un costo di 175 sterline a notte, pari complessivamente a 1.750 sterline, quasi 2.000 euro. Nel costo del soggiorno in albergo sono comprese le spese per alloggio, vitto, test e trasporti.
Chi non rispetterà l’obbligo della quarantena in albergo sarà sanzionato con multe da 5mila a 10mila sterline.
Le sanzioni più dure, tuttavia, sono previste per chi mentirà sui Paesi che ha visitato nelle due settimane precedenti all’arrivo nel Regno Unito. Se alle autorità britanniche non sarà comunicato di aver visitato uno dei 33 Paesi inclusi nella “lista nera”, il trasgressore potrà rischiare fino a 10 anni di carcere.
I 33 Paesi a rischio, per l’arrivo dai quali sono previste regole più severe, sono soprattutto Paesi africani e dell’America latina, tra cui Sudafrica e Brasile e anche il Portogallo, l’unico Paese europeo sotto posto a tali restrizioni.
L’arrivo nel Regno Unito da questi 33 Paesi è consentito, tuttavia, solo ai cittadini britannici e irlandesi e ai cittadini di altri Paesi che abbiano una residenza stabile nel Regno Unito. Per tutti gli altri è in vigore il divieto di ingresso, salvo speciali autorizzazioni. Come si legge sul sito web del governo britannico nella pagina con l’elenco dei 33 Paesi.
Per maggiori informazioni e conoscere gli ultimi aggiornamenti sui viaggi nel Regno Unito, consultate sempre la scheda del Paese sul portale Viaggiare Sicuri.