La decurtazione delle forniture di dosi da Pfizer per l’Italia ha rallentato ulteriormente il Piano vaccini dell’Italia, che già aveva dei problemi.
Il Piano Vaccini subisce un brusco rallentamento. La notizia da parte di Pfizer di una riduzione delle dosi inizialmente concordate con tanto di contratti firmati con l‘Italia, costringe giocoforza il nostro Paese a dovere porre un freno alla strategia inizialmente studiata. Verranno sottoposti a vaccinazione per il richiamo coloro che hanno già ottenuto la prima dose. Poi occorrerà aspettare.
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Di conseguenza, gli anziani con età dagli 80 anni a salire dovranno aspettare un mese in più prima di premunirsi contro il virus. Anche se emerge ora una possibilità riguardo al fatto che Pfizer possa riuscire a mantenere gli accordi. Anche altri Paesi dell’Unione Europea hanno subito una decurtazione nelle forniture di vaccini inizialmente concordate. Ed anche AstraZeneca ha annunciato dei rallentamenti per altre questioni. Un ulteriore ritardo lo subirà anche il resto della popolazione, di 7 settimane in media in questo caso. Il Piano vaccini Italia constava, già prima del taglio improvviso al 60% da Pfizer, in 8,704 milioni di dosi dalla stessa azienda e di 1,3 mln da Moderna. Che tra l’altro sembrerebbe essere efficace contro le diverse varianti del virus.
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Piano Vaccini, i numeri in Italia faticano a decollare
Invece da AstraZeneca dovranno giungere altri 16 milioni di pezzi una volta che tale ritrovato sarà pronto. Per fare si che l’azienda farmaceutica britannica ottenga i necessari permessi serviranno però diversi altri giorni. In tutto ciò emerge un particolare poco piacevole secondo il quale l’Italia avrebbe a disposizione un totale di circa 10 milioni di vaccini.
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Non sufficienti ad immunizzare i 6,5 milioni di persone inizialmente preventivati dal Piano come obiettivo da raggiungere nel breve periodo. Attualmente si stima che la media di iniezioni che avvengono ogni giorno nel nostro Paese sia di 54mila dosi somministrate. Per raggiungere i numeri concepiti dal Governo, che vorrebbe arrivare a fine aprile con circa 15 milioni di italiani immunizzati, c’è bisogno di ottenere molte più dosi.