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DPCM: sì alle ciaspolate e allo scialpinismo fuori dal proprio Comune di residenza. Cosa bisogna sapere.
L’interpretazione delle norme dell’ultimo DPCM, per la prevenzione dei contagi da Covid-19, è diventata un vero rompicapo. A sollevare i dubbi nei cittadini, ma anche tra giornalisti e perfino avvocati, sono le regole sugli spostamenti.
Una volta stabilito che il coprifuoco fino alle 22.00 sarà n vigore fino al 5 marzo (periodo di durata del decreto), mentre fino al 15 febbraio resterà in vigore il divieto di spostamento tra Regioni e Province autonome, tutte, anche quelle in area gialla, si sono complicate alcune questioni. A cominciare dagli spostamenti verso le seconde case.
I dubbi in merito sono stati chiariti con comunicazioni informali da parte del Governo, che ha riconosciuto la possibilità di raggiungere le seconde case in tutte le Regioni (gialle, arancioni e rosse), in deroga dunque al divieto di spostamento, purché si tratti di case di proprietà o in affitto a lungo termine e lo spostamento avvenga esclusivamente con il proprio nucleo familiare convivente. Poi sono stati esplicitati nelle nuove FAQ al DPCM.
Un altro problema è emerso riguardo alla possibilità di fare attività sportiva in Comuni diversi quando non è possibile farla nel proprio. Il problema è stato posto ad alcuni comuni montani per le escursioni con le ciaspole e lo scialpinismo. Un chiarimento da parte del Governo ha ammesso queste attività anche fuori dal Comune di residenza. Ecco cosa bisogna sapere.
DPCM: ciaspolate e scialpinismo fuori dal proprio Comune
Gli appassionati di escursioni in montagna, dalle ciaspole allo scialpinismo, potranno praticare queste attività anche al di fuori del territorio del proprio Comune nelle Regioni gialle (dove comunque è consentita la mobilità tra Comuni entro i confini regionali) e nelle Regioni arancioni. Lo ha riconosciuto il Governo nell’interpretazione delle FAQ al nuovo DPCM.
La questione su DPCM e ciasploate era sorta in merito all’interpretazione delle risposte alle FAQ sull’attività sportiva, il suo svolgimento e i relativi spostamenti. Vediamo quali.
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Attività sportiva in altri Comuni
“È possibile recarsi in un altro Comune al solo scopo di fare lì attività sportiva? In alternativa, è possibile varcare i confini comunali mentre si pratica l’attività sportiva (per esempio correndo o valicando un monte), per concluderla comunque all’interno del proprio Comune?”
Per le Regioni gialle la risposta è abbastanza ovvia ed è sì. Perché in queste Regioni è consentito spostarsi tra Comuni diversi, purché si rimanga all’interno dei confini regionali. La risposta nelle FAQ del Governo è che è possibile recarsi in un altro Comune, dalle 5.00 alle 22.00 (orario del coprifuoco), per fare attività motoria o sportiva in quella località, purché si trovi nella stessa Regione o Provincia autonoma.
Per le Regioni arancioni, invece, le FAQ dispongono che è possibile recarsi in un altro Comune per fare attività sportiva solo qualora questa non sia disponibile nel proprio Comune (per esempio, nel caso in cui non ci siano campi da tennis), purché si trovi nella stessa Regione o Provincia autonoma e sempre entro l’orario consentito dal coprifuoco (5.00-22.00). Inoltre, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta) è possibile entrare in un altro Comune. Questo spostamento, comunque, deve essere funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale deve coincidere con il Comune di partenza.
Poi, si ricorda che il DPCM mantiene la regola sugli spostamenti nei piccoli Comuni in zona arancione, già introdotta per il periodo natalizio. Dai Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti, che si trovino in una Regione arancione, ci si può spostare in un raggio di 30 km, con esclusione dei capoluoghi. Regola che dunque vale anche per lo svolgimento di attività sportiva.
Nelle Regioni rosse, invece, lo svolgimento dell’attività sportiva è consentito solo nel territorio del proprio Comune, in forma individuale (da soli) e all’aperto, dalle 5.00 alle 22.00. Tuttavia, anche qui, come nelle Regioni arancioni, è possibile, nello svolgimento di un’attività sportiva che comporti uno spostamento (per esempio la corsa o la bicicletta), entrare in un altro Comune, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza.
La regola generale durante lo svolgimento dell’attività sportiva, poi, richiede di mantenere una distanza di almeno 2 metri dalle altre persone. In tutte le Regioni di tutti i colori.
Attività sportiva in strutture
L’altra domanda che riguarda la questione su escursioni con ciaspole e lo scialpinismo è quella sulle strutture dove praticare attività motoria o sportiva.
La domanda nelle FAQ chiede: “È possibile andare in palestra/piscina o in altre strutture sportive per fare attività motoria/sportiva?”
Sappiamo che palestre, piscine, centri termali e benessere sono chiusi. Sono aperti solo a chi ne ha bisogno per attività terapeutiche o di riabilitazione e agli atleti, professionisti e non professionisti, che devono allenarsi per la partecipazione a competizioni riconosciute dal CONI e dal CIP.
Nelle Regioni gialle e arancioni è consentito recarsi presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, del proprio Comune o, in assenza di tali strutture, in Comuni limitrofi, per svolgere esclusivamente all’aperto l’attività sportiva di base, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento. Vanno rispettate le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli. (Nelle FAQ della zona gialla non è specificato lo spostamento in altri Comuni, perché è consentito comunque).
Nelle Regioni rosse, invece, sono sospese l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sia all’aperto che al chiuso.
Attività delle guide turistiche
Le escursioni in montagna riguardano anche l’attività delle guide turistiche. Ecco come viene regolata dalle FAQ.
La domanda: “Sono una guida turistica che effettua visite guidate all’aperto per gruppi turistici. Posso continuare a svolgere la mia attività?”
La risposta: “L’attività di guida turistica all’aperto è sottoposta alla disciplina generale in tema di limitazioni agli spostamenti. Pertanto, essa è consentita in area gialla e arancione, nell’osservanza delle restrizioni alla circolazione rispettivamente dettate per i territori classificati in tali aree“. Dunque, potrà essere svolta all’interno delle Regioni in area gialla e all’interno dei Comuni in area arancione (salvo sempre la norma sui piccoli Comuni).
“Lo svolgimento di visite turistiche guidate non è invece consentito in area rossa, essendo in quest’ultima previsto il divieto di spostamenti non giustificati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”.
Infine “nei casi in cui è consentita, l’attività dovrà svolgersi con modalità tali da assicurare il rispetto del divieto di assembramento e nel rispetto delle vigenti norme in materia di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, distanziamento interpersonale e divieto di assembramenti”.
Conclusioni su DPCM e ciaspolate
Per il combinato disposto di tutte queste norme, sullo svolgimento dell’attività sportiva fuori dal proprio Comune, in centri e impianti all’aperto, con l’accompagnamento di guide esperte, nelle Regioni gialle e arancioni sono consentite le escursioni con le ciaspole o di scialpinismo anche su piste o impianti fuori dal proprio Comune di residenza, accompagnati da guide. In questi casi, nelle Regioni arancioni si possono fare ciaspolate o scialpinismo (attività sportiva) fuori dal Comune di residenza se non sono possibili all’interno del suo territorio, per le sue caratteristiche fisiche o la mancanza di impianti.
“Si possono fare ciaspolate e gite di sci alpinismo, come passeggiate, naturalmente con regole connesse al distanziamento e alla prevenzione”, ha commentato Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, l’ente che riunisce enti e comuni montani, al quotidiano La Stampa.