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Curiosità

Il Vetro di Murano: le lavorazioni e come è nata questa tecnica?

La storia del vetro di Murano, icona della città omonima e di tutta Venezia. Come nasce la tradizione e le diverse lavorazioni.

Come nasce la lavorazione del Vetro di Murano – AdobeStock

Il vetro di Murano, declinato in gioielli, suppellettili di vario genere, lampadari o vasi, è uno degli elementi caratteristici di questa straordinaria città. A chi non è mai arrivato in regalo un piattino o un ciondolo di vetro coloratissimo e finemente lavorato? Ecco, quello è vetro di Murano! Ma come nasce questa lavorazione e qual è la storia dietro a questa tradizione che dura da millenni?

La nascita di questa lavorazione

I resoconti storici, come riporta il sito MadeMuranoGlass, datano l’inizio della tradizione del Vetro di Murano nel 1291 quando si decise di trasferire tutte le vetrerie di Venezia a Murano. Questo in quanto i forni dei laboratori veneziani erano spesso oggetto di incendi. Una volta completato il “trasloco” Venezia impose ai mastri vetrai di non lasciare mai Murano proprio per garantire il massimo riserbo sulla lavorazione del vetro.

Eppure molti riuscirono a scappare e portarono le loro arti all’estero (basti pensare al famigerato Cristallo di Boemia). Con il passare del tempo, il lavoro del vetraio a Murano e Venezia divenne sempre più importante ed identificativo al punto che solo chi era iscritto nel famigerato Libro D’Oro poteva esercitare questa professione.

Le due classi principali

La lavorazione del vetro di Murano è così diventata speciale e unica in tutto il mondo proprio per la procedura. Il silice, che compone il vetro, diventa liquido ad elevate temperature e, proprio in quel momento, è malleabile e viene trasformato in opere uniche. Chiaramente, aggiungendo e utilizzando diversi materiali, il vetro si modifica e crea degli effetti visivi unici!

Generalmente si parla di due classi di lavorazioni del vetro di Murano:

  • Prima Lavorazione: procedimenti in cui si usa sabbia, soda oppure vetro grezzo e si lavora la miscela vitrea. Rientrano in questa categoria l’avventurina un vetro nato proprio a Murano al cui interno si trovano piccoli cristalli di rame; il cristallo ottenuto con materie prime depurate; la filigrana: il lattimo un vetro opaco e di colore bianco come il latte; la soffiatura utilissima per produrre i contenitori in vetro. In ultimo abbiamo il sommerso, una forma di lavorazione del vetro che prevede diversi strati di colori contrastanti e sovrapposti.
  • Seconda Lavorazione: elaborazione più raffinata, lavorata a lume con bacchette di vetrofusione e lavorazioni a freddo come l’incisione. Appartenenti a questo genere abbiamo le conterie, ossia perline di vetro; il decorato a smalto; il millefiori ossia una canna con al suo interno diversi strati vitrei di vario colore a forma di stella che viene tagliato a segmenti; molatura che fa scavare il vetro; lo specchio; la vetro fusione e il vetro murrino. Una tecnica famosa e tra le più antiche.

Ora che abbiamo scoperto un po’ di più in merito al vetro di Murano è innegabile che la voglia di partire sia alle stelle. Riproponiamocelo come “must have” del 2021!

Selena Marvaldi

Selena Marvaldi, classe 1987, giornalista pubblicista. Appassionata di natura, viaggi in mare e cultura. Laureata in Informazione ed Editoria a Genova, porta sempre nel cuore la sua terra che ama raccontare nei suoi articoli

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Selena Marvaldi