La mostra su Giovanni Boldini a Rovereto da visitare online. Le informazioni utili.
Si sarebbe dovuta inaugurare lo scorso 14 novembre la mostra “Giovanni Boldini. Il piacere” al Mart di Rovereto. Purtroppo la pandemia di Covid ha fatto saltare tutti i piani.
Come è già accaduto per altri eventi culturali e mostre, tuttavia, anche l’esposizione dedicata al grande pittore ferrarese sarà visitabile online, grazie ai contenuti multimediali che verranno messi a disposizione del pubblico. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire per nulla al mondo, nell’attesa di poter visitare la mostra dal vivo. Cosa bisogna sapere.
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La mostra su Giovanni Boldini va online
Nonostante le limitazioni dovute alla pandemia di Covid-19, con la chiusura di musei e centri culturali, la mostra mostra “Giovanni Boldini. Il piacere“ che era in programma in questi giorni al Mart di Rovereto, si potrà visitare online.
Da domenica 29 novembre, saranno disponibili sul sito web del Mart immagini, videointerviste, playlist, pillole, storie e curiosità porteranno i visitatori nelle sale del percorso espositivo della mostra, alla scoperta del maestro della Belle Époque e delle 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private.
La mostra “Giovanni Boldini. Il Piacere” è nata da un’idea di Vittorio Sgarbi ed è curata da Beatrice Avanzi e Tiziano Panconi. Con la collaborazione del Comune di Ferrara e Fondazione Ferrara Arte.
Per informazioni: www.mart.trento.it/boldini – www.facebook.com/martrovereto
La mostra Giovanni Boldini. Il Piacere
I caffè mondani, gli abiti da capogiro, l’eleganza della borghesia, il vaporoso romanticismo dei salotti raccontato dal più grande ritrattista dell’epoca: Giovanni Boldini. A lui è dedicata la nuova grande mostra del museo di Rovereto. 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali appartenenti al patrimonio del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2012.
Tra i più virtuosi e fecondi pittori del suo tempo, Boldini coglie l’essenza di un ambiente sfolgorante, di cui è uno dei più importanti protagonisti. Da Ferrara a Parigi, passando per Firenze e Londra, il maestro italiano studia Raffaello, frequenta i Macchiaioli e il Caffè Michelangelo di Firenze, conosce Courbet, Manet, Degas e, stabilitosi definitivamente a Parigi, si afferma come uno degli artisti più richiesti. Grazie anche a una spiccata intraprendenza e a notevoli doti relazionali, Boldini diventa il pittore dei ritratti di società. I suoi dipinti finiscono per descrivere e allo stesso tempo definire lo stile, le tendenze e l’estetica della Ville Lumière, indiscussa capitale europea. Tanto che il pittore Jacques-Émile Blanche scrive: “Boldini, disegnatore prestigioso e squisito colorista, accumula piccoli pannelli sui quali la vita di Montmartre, il movimento della place Pigalle, sono resi con una maestria che entusiasmò Degas e Monet”.
Nelle effigie di nobildonne, attrici e intellettuali incontrati nei salotti della Parigi fin de siècle, rivive il fascino di una società raffinata ed elegante. I cronisti dell’epoca descrivono donne vestite alla “Boldini”, “canoni della bellezza boldiniana” e individuano nei suoi quadri una femminilità “suprema e irresistibile” ma anche “ingenuamente pudica”.
Dal punto di vista pittorico, l’artista persegue continue innovazioni e repentine trasformazioni: con i suoi vortici di pennellate lunghe e vibranti, le cosiddette sciabolate, ferma sulla tela immagini simili a fotogrammi. Scatti mossi, ripresi in divenire, fissano la dinamicità del passaggio fra un’azione appena compiuta e un’altra appena cominciata.
Boldini traduce e raffigura la vitalità e la concitazione di un’epoca in pieno fermento sociale. Coinvolge le sue muse, complici loro malgrado di un sottile gioco psicologico, riuscendo a metterne in evidenza sia gli aspetti più sensuali e conturbanti, sia le fragilità. Come scrive l’amico caricaturista Sem (pseudonimo di Georges Goursat): “Boldini era il pittore della sua epoca, dipingeva le donne coi nervi a pezzi, affaticate da questo secolo tormentato. […] Tutti questi brividi, questi tremori, queste contrazioni, sono in sintonia con quest’epoca di nevrosi.”
L’esposizione segue un percorso cronologico, con l’approfondimento di alcuni temi e relazioni che hanno segnato la lunga e proficua carriera di Boldini. In particolare, vengono analizzati i rapporti con il poeta Gabriele d’Annunzio, attraverso figure di comuni muse ispiratrici come la “Divina Marchesa” Luisa Casati, colta e trasgressiva, interprete per antonomasia dell’eleganza e dell’eccentricità della Belle Époque.
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