L’emergenza Covid cancella la Prima alla Scala di Milano, non accadeva dalla Seconda guerra mondiale.
La pandemia di Covid-19 e l’aggravarsi dei contagi in Lombardia cancellano un altro grande evento: la Prima alla Scala di Milano, uno degli appuntamenti mondani più importanti non solo nel capoluogo lombardo ma in tutta Italia.
Ogni anno il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano e festa cittadina, si tiene nel celebre Teatro alla Scala il primo spettacolo che inaugura la stagione lirica dell’autunno-inverno. Viene portata in scena un’opera famosa con la regia di un importante regista, la partecipazione di cantanti, tra tenori e soprani, di fama internazionale e l’esecuzione musicale dell’Orchestra della Scala con un importante direttore alla conduzione.
L’occasione è anche un modo per tanti vip per mettersi in mostra, con abiti eleganti o eccentrici, e far parlare di sé. Ogni anno, non mancano polemiche o contestazioni. Tutto questo, però, quest’anno non ci sarà. La pandemia ha cancellato anche questo grande evento. Un esito non inatteso dopo la chiusura di cinema, teatri e ora anche di monumenti e musei. Sebbene le chiusure per ora siano fissate solo a fine novembre. Non è escluso, tuttavia, che vengano prorogate. L’emergenza sanitaria non se ne andrà presto.
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Anche un grande evento come la Prima alla Scala di Milano finisce sotto la scure del Covid-19. Quest’anno niente grande rappresentazione di un’opera lirica al teatro Piermarini, con la conduzione di un celebre direttore d’orchestra e la regia che riceve applausi o fischi, né sfoggio di abiti super eleganti o kitsch delle signore ansiose di finire sulle copertine dei giornali. Non ci saranno nemmeno le solite polemiche né le manifestazioni di protesta fuori dal teatro, con la polizia schierata.
Tutto cancellato a causa del Covid, che quest’anno ci ha portato via tanti eventi e rischia anche di compromettere il Natale. Già sappiamo che saranno feste in tono minore, con poche persone in famiglia, senza grandi pranzi o cenoni, probabilmente anche per le limitazioni negli spostamenti. Sarà anche un Capodanno molto diverso.
L’eccezionalità della cancellazione della Prima alla Scala di Milano è che finora non c’era stato alcun impedimento tale da sospenderla, nemmeno negli Anni di Piombo. Era dai tempi della Seconda guerra mondiale che la Prima alla Scala non veniva cancellata. Una circostanza che dà la misura dei tempi difficili che stiamo vivendo a causa del coronavirus. Certo gli eventi non sono drammatici come in guerra, ma l’elevata contagiosità del virus e le conseguenze gravi che può avere sulla salute di parte della popolazione, oltre che lo stress sul sistema sanitario, obbligano a usare tutte le misure di prudenza necessarie. Si festeggerà quando saremo usciti da questa emergenza.
Quest’anno per la Prima alla Scala era in programma la “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, con la direzione di Riccardo Chailly, la regia di Yannis Kokkos e con Lisette Oropesa e Juan Diego Florez tra i protagonisti annunciati. Rappresentazione che comunque non era stata ancora ufficialmente annunciata, a causa dell’emergenza sanitaria. La decisione di cancellare lo spettacolo è stata presa dal Consiglio di amministrazione del teatro, presieduto dal sindaco di Milano Beppe Sala. “Nell’attuale quadro epidemiologico e normativo non sussistono le condizioni per provare e realizzare una produzione aperta al pubblico e del livello e con le caratteristiche richieste per un’inaugurazione di stagione”, ha spiegato il Cda.
Tra l’altro, numerosi coristi della Scala hanno contratto il coronavirus e si trovano in quarantena. La “Lucia di Lammermoor” è un’opera che richiede il coro. Dunque c’è anche questo impedimento.
È stato chiuso anche il Museo Teatrale alla Scala, in base alle disposizioni del nuovo DPCM che hanno messo la Lombardia in zona rossa.
La direzione del Teatro sta comunque valutando un “piano B”, un’iniziativa musicale alternativa da trasmettere in diretta tv e in streaming.
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