Due terzi della superficie dell’artico è sparita: l’allarme di Greenpeace.
Non arrivano buone notizie da Greenpeace per quanto riguarda la salute del nostro Pianeta. Secondo quanto emerge da una recente newsletter, la nave Arctic Sunrise avrebbe appena scoperto che il ghiacciaio Artico si è ridotto di due terzi. Una notizia preoccupante, che soprattutto va a puntare nuovamente i fari verso l’importanza di comportamenti ecologici, sostenibili e atti a preservare il più possibile la Terra.
La nave di Greenpeace Arctic Sunrise con scienziati e attivisti a bordo era partita con l’idea di documentare la gravissima distruzione degli ecosistemi marini e delle specie che lo abitano, ma nessuno avrebbe mai pensato di scoprire qualcosa di così grave. I dati raccolti, esaminati poi dal National Snow and Ice Data Centre, ha fatto emergere che il ghiaccio Artico ha perso due terzi della sua superficie. Un danno gravissimo, nono solo per l’ambiente, ma anche per gli animali che vivono in questa area come l’orso polare e altre 9 mila specie che oggi stanno scomparendo, o peggio, rischiano l’estinzione.
Greenpeace chiama quindi a raccolta i suoi adepti e chiede di mobilitarsi per richiedere ai Governi la creazione di aree protette nell’Artico e nelle acque del Polo Nord per impedire a industrie senza scrupoli di sfruttare lo scioglimento dei ghiacci per i loro meri interessi economici come trivellazioni per il petrolio o battute di pesca selvaggia.
L’orso polare e altre specie animali che vivono nell’Articolo hanno bisogno di una casa e preservare il loro ambiente è fondamentale. Inoltre, nemmeno a dirlo, far sì che l’ecosistema artico nel suo complesso sopravviva diventa fondamentale per tutto il Pianeta. Ogni ambiente e habitat ha la sua importanza nel contesto generale di sopravvivenza del mondo. Perderne uno potrebbe portare con sé delle conseguenze gravissime e irreparabili. Ecco che questa sparizione di due terzi dell’Artico deve far preoccupare non solo in modo superficiale, ma molto profondo. Tutti dovrebbero fermarsi a riflettere sull’accaduto e, soprattutto, i Governi e chi opera nel mondo dell’energia dovrebbero mettersi in modo per fare la loro parte.
Ludovico einaudi suona per l’artico con greenpeace