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Consigli di viaggio

Viaggi aerei: test rapido su tutti i passeggeri

La proposta della Iata per far riprendere il traffico aereo ed evitare la quarantena

Viaggi aerei: test rapidi per i passeggeri

Viaggiare ai tempi del coronavirus è molto difficile. Farlo in aereo poi lo è ancora di più. Ma ovviamente per alcune destinazioni non si può prescindere dal prendere l’aereo. Ma viste le difficoltà, le chiusure e le quarantene da seguire in molti rinunciano. Così il settore dei viaggi aerei perde miliardi ogni giorno e raggiunge il suo minimo storico. Una soluzione però potrebbe arrivare dai test rapidi per il coronavirus. Tutti i passeggeri dovrebbero sottoporsi al test in aeroporto prima di partire così che non debbano esserci preoccupazioni né in volo né nel Paese in cui si arriva. Il problema, enorme, sono i costi. Servirebbero 35 milioni al giorno per individuare in aeroporto al momento della partenza i positivi al coronavirus. Ma una soluzione potrebbe essere trovata ed è questo quello che auspica Alxandre de Juniac amministratore delegato della Iata, l’associazione delle compagnie aeree.

Viaggi aerei: come funziona oggi

La pandemia ha messo in ginocchio il settore del turismo e i viaggi aerei, specie quelli internazionali, registrano un crollo vertiginoso. Durante l’estate appena trascorsa i voli nazionali hanno tutto sommato avuto un discreto traffico di passeggeri, ma i voli internazionali hanno avuto un calo del 92%. Ciò per via delle chiusure fra i vari Paesi. Oltre alla chiusura vera e propria della frontiera ci sono anche le misure precauzionali che scoraggiano i viaggi. Diventa infatti impossibile andare in vacanza in un Paese che impone la quarantena di 14 giorni per chi arriva. Dunque cosa fare?

Al momento chi viaggia in aereo deve indossare la mascherina sin da quando entra in aeroporto e per tutto il tempo del volo (cambiandola se il volo dura più di quattro ore). In quasi tutti gli aeroporti c’è il controllo della temperatura, poi se si rientra o si arriva in alcuni Paesi c’è l’obbligo del tampone (in Italia per chi arriva da Francia, Spagna, Crozia, Grecia e Malta). Moltissimi Paesi richiedono poi un foglio informativo sulle condizioni di salute e su dove si alloggia. In alcuni Paesi vige poi la quarantena (ad esempio in Italia per chi arriva dagli USA).

Viaggi aerei: test per tutti i passeggeri

Se alcune di queste misure obbligatorie non impediscono di muoversi, altre ovviamente sì. In ogni caso l’unico modo per consentire spostamenti senza rischi sarebbe testare tutti i passeggeri. Un test rapido e sicuro che in massimo 15 minuti possa dare la risposta. Test del genere già ce ne sono e potrebbero essere gestiti anche da personale non medico. “È la chiave per ridare la libertà di movimento — ha spiegato de Juniac —, serve un processo sistematico di testing. Questo darà ai governi la fiducia di riaprire i loro confini senza complicati modelli di rischio che portano a continui cambiamenti delle regole imposte sui viaggi”.

Il problema sono i costi. Il test rapido costa circa 7 dollari e considerano un media 5 milioni di viaggiatori sui voli internazionali si tratta di 35 milioni di dollari al giorno, 1 miliardo al mese. Una cifra enorme che secondo de Juniac dovrebbe essere coperta dai governi essendo una spesa sanitaria. Difficile che un governo si impegni in una spesa del genere. Ma non è il solo problema il test rapido proposto dalla Iata è veloce, ma ha un margine di errore di circa il 10.

Intanto in Italia qualcosa di simile sta avvenendo in Italia sulla tratta Roma-Milano. Per un mese tutti i passeggeri dei voli saranno testati. Il progetto ha la supervisione della Regione Lazio e della Lombardia e la collaborazione degli aeroporti di Fiumicino e Linate. Una sperimentazione quella italiana che ha destato l’interesse di molti governi e dello Iata.

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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