La popolazione mondiale di animali selvatici sta subendo un drastico calo. L’allarme del WWF.
Questo mese di settembre non è foriero di buone notizie per il mondo animale. Come riporta un’analisi del WWF, infatti, il nostro Paese ha visto una tragica diminuzione della popolazione di animali selvaggi nel mondo. L’analisi 2020 del Living Planet Report parla infatti di un calo medio di due terzi della popolazione di mammiferi, anfibi, rettili, pesci e uccelli in meno di mezzo secolo. Il motivo? La distruzione degli ecosistemi. Una condizione che è legata a doppio filo anche con la comparsa di virus zoonotici come il Covid-19.
Se gli animali spariscono ne risente tutto il mondo
La distruzione selvaggia del Pianeta, che prosegue senza sosta giorno dopo giorno, porta con sé conseguenze catastrofiche sulla nostra vita, sulla nostra salute e anche sugli animali. Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale ha infatti dichiarato che il calo delle popolazione animale selvatica è un segnale di allarme in merito al funzionamento dei sistemi naturali. Il declino della presenza di questi animali influisce e non poco, sulla nostra sicurezza sanitaria, sulla nutrizione e sulla sussistenza di miliardi di persone.
Questa tracollo ecologico e la perdita della biodiversità porterà con sé conseguenze molto gravi, ma perché gli animali selvatici stanno sparendo? Secondo l’analisi del WWF la prima causa legata alla diminuzione e alla sparizione della biodiversità è legata al degrado degli habitat, deforestazione in primis.
Quali sono le specie che stanno sparendo?
Tra le specie in via di estinzione troviamo il gorilla di pianura che ha visto un calo di circa l’87% tra il 1994 e il 2015. Insieme a lui sta sparendo anche il pappagallo cenerino, con un calo del 99% per via delle trappole. Non se la cavano meglio i pesci di acqua dolce con un calo della popolazione complessiva dell’84%.
Fortunatamente però ci sono anche azioni importanti di conservazione del nostro Pianeta, degli animali e degli habitat che non possiamo non considerare. Ad esempio in Sud Africa, in Australia o in Europa, ci sono specie come la tartaruga caretta caretta, lo squalo pinna nera o il castoro europeo che stanno aumentando grazie alla tante attività di protezione. La creazione, ad esempio, di Aree Marine Protette o di Parchi Naturali Protetti, sono la risposa giusta ad una problematica che non si può ignorare.
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La speranza è che l’assemblea ONU di settembre lavori duramente proprio in quest’ottica di salvaguardia della biodiversità. Capendo che distruggere habitat naturali non solo provoca danni per gli animali che vi abitano, ma porta con sé gravi conseguenze per la salute di tutti noi e anche tracolli economici importanti.