La notizia sulla caccia alle balene in Norvegia sconvolge il mondo, si parla di oltre 400 esemplari uccisi in un solo anno.
Cacciare le balene è vietato. Sono animali magnifici, possenti e anche molto a rischio. La loro vita è appesa ad un filo e, soprattutto in determinate aree non protette, c’è ancora chi cerca di pescarle, nonostante sia illegale. Ma non solo. Le balene devono cercare di sopravvivere a moltissimi pericoli. C’è il rischio di rimanere impigliati nelle reti da pesca, il pericolo della collisione contro le navi… insomma. La vita di questi giganti del mare è veramente in pericolo e i dati che arrivano dalla Råfisklaget sono molto poco rassicuranti.
La Råfisklaget è una organizzazione locale che regola in Norvegia la vendita del pescato e pare che, analizzando ciò che hanno trovato, sia emerso come l’uccisione delle balene quest’anno sia stata sproporzionata rispetto al solito. Pessime notizie insomma. Il numero di cetacei uccisi nel 2020 è di molto superiore a quello del 2019, del 2018 e del 2017. Pare infatti che quest’anno, secondo l’Animal Welfare Institute, 481 balenottere siano già state uccise e, purtroppo, pare anche che alcune di loro stessero aspettando dei cuccioli. L’uccisione di balene femmine è gravissima proprio perché la loro morte va a influire terribilmente sul numero di nuovi esemplari che ogni anno dovrebbero nascere. Una barbaria insomma che non va più tollerata.
Se in Norvegia la situazione è questa, anche per le balene che vivono nel Mediterraneo, la vita non è tanto più semplice. Anzi. Qui infatti è allarme per le spadare, delle reti da pesca illegali, ma che alcuni scellerati continuano ad usare. Queste reti sono enormi e rischiano di far rimanere impigliati al suo interno moltissimi animali di varie dimensioni: balene comprese. Non è di molto tempo fa, infatti, il racconto della balena denominata Codamozza, proprio perché aveva la pinna tagliata di netto non si sa se per colpa dell’incontro con la chiglia di una nave o con una spadara.
Ma non finisce qui si parla di 52 esemplari di balene che perdono la vita ogni anno per colpa di plastiche, reti e virus. L’International Whaling Commission (IWC) da anni ha imposto un monito mondiale per tutti coloro che danno la caccia alle balene, cosa che è stata accettata in tutto il mondo, ma non in Norvegia che ha rifiutato l’accordo e da 11 anni ha riaperto la caccia. Quelli che vengono catturati non vengono poi venduti e consumati sul mercato locale, ma vengono “ceduti” ad altri paesi dove la richiesta è altissima. Non solo per la carne, ma anche per tutti i prodotti derivati come l’olio o i frammenti ossei che diventano mangime per animali.
Fonte: Animal Welfare Institute