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Consigli di viaggio

Sardegna Coronavirus: regole in spiaggia e vita notturna

Cosa fare se si va in vacanza in Sardegna: le regole anti covid-19 da seguire

La situazione coronavirus in Sardegna

Con i sempre più numerosi casi di vacanzieri di ritorno dalla Sardegna positivi al coronavirus cresce la paura fra chi sta per partire o per chi si trova già sull’isola. E’ davvero così pericoloso stare in Sardegna in questo periodo? Ha ragione chi vuole la chiusura dei collegamenti con il continente? Come bisogna comportarsi? Quali sono le regole da seguire e le nuove ordinanze valide da agosto 2020?

Indubbiamente la soglia di attenzione deve essere molto elevata nelle spiagge della Sardegna e nei luoghi della movida. Molti sindaci dei comuni dell’isola hanno dato una stretta alle misure precauzionali così come alcune regioni sono pronte a controllare i viaggiatori di rientro. Nel Lazio sono state installate postazioni per i tamponi rapidi al porto di Civitavecchia per chi torna dalla Sardegna in traghetto. Ma ciò non impedisce, seguendo le regole e i buoni consigli, di poter andare in vacanza in Sardegna a fine agosto e a settembre 2020.

Coronavirus in Sardegna: regole da agosto 2020

Andare in vacanza in Sardegna in questo momento, a fine agosto 2020, è pericoloso? No, non più di andare in qualsiasi altra parte d’Italia. La differenza la fa l’uso delle misure precauzionali e il buon senso. Indossare la mascherina, rispettare sempre la distanza di un metro e mezzo, evitare luoghi affollati, lavarsi sempre le mani. Se si adottano questi comportamenti il rischio di contagio diminuisce drasticamente e possiamo trascorrere una vacanza serena in quel paradiso naturale che è la Sardegna.

Il coronavirus come vediamo dai numeri dei nuovi casi in Italia, come nel resto d’Europa, è tutt’altro che sparito. Molti ribatteranno ‘sì, ma la maggior parte ora sono asintomatici!’. E qui ci sono da dare delle spiegazioni. In primo luogo: è solo grazie al contact tracing e ai tamponi che vengono intercettati molti più positivi asintomatici. Li si intercetta infatti prima della possibile evoluzione della malattia e prima che possano contagiare persone più fragili le quali manifesterebbero poi la malattia e finirebbero in ospedale.

In secondo luogo essere asintomatici – ribadiamolo – non significa non essere contagiosi, ma significa semplicemente che non si manifestano i sintomi clinici della malattia. E non sappiamo fino a che punto: ovvero il virus potrebbe causare dei danni non manifesti, ancora non se ne sa abbastanza. Sul perché alcune persone presentino forme severe di covid-19 e altre no, è fonte di studio fra gli scienziati. E no, non è una questione solo di età. Dunque nessuno è al sicuro.

Essere consapevoli di star convivendo con una pandemia dovrebbe portarci ad avere una ragguardevole dose di buon senso che significa evitare comportamenti a rischio e luoghi troppo affollati. Purtroppo nelle ultime settimane in pochi ce lo hanno avuto e la Sardegna è diventata così ad alto rischio. E ora come ci si deve comportare? Ricordatevi che se le misure di sicurezza non vengono adottate potete chiamare le forze dell’ordine.

Viaggio per la Sardegna

Le prime attenzioni da prendere sono durante il viaggio. In traghetto in tutti i luoghi al chiuso e anche all’aperto nei ponti dove non è possibile rispettare la distanza di sicurezza di almeno 1 metro e mezzo va indossata obbligatoriamente la mascherina. Se vedete dei passeggeri che non la indossano allertate l’equipaggio.
In aereo è obbligatorio indossare la mascherina da quando si entra in aeroporto fino a quando si arriva.

Alloggi: regole da seguire

Le buone norme applicate fuori, valgono a maggior ragione dentro. Ricordatevi che in tutti gli alberghi, i resort e i campeggi nelle aree comuni va indossata la mascherina. Dovrebbero esserci passaggi diversi per le entrate e le uscite. Niente buffet, per evitare assembramenti, e servizio ristorante solo al tavolo. Inoltre gli ambienti devono essere sanificati.

Spiagge, regole sotto l’ombrellone

Nelle spiagge attrezzate gli ombrelloni devono essere posizionati a distanza di almeno 5 metri l’uno dall’altro. Il gestore dovrebbe prendere i nominativi degli ospiti e in tutte le aree comuni (bar, ristorante, reception) va indossata la mascherina. Può essere tolta in spiaggia una volta giunti al proprio ombrellone o lettino e per fare il bagno.
Alcuni comuni hanno organizzato le proprie spiagge libere con paletti per segnare le distanze o sono servite da volontari che invitano al rispetto delle norme. Per il resto ci vuole buon senso.

Porti: obbligo di mascherina

Per chi deve salire sul traghetto c’è l’obbligo al momento dell’imbarco di stare a distanza di almeno 1 metro e indossare la mascherina. In alcuni porti sono state installate aree per i tamponi rapidi.
Nelle altre zone dei porti c’è l’obbligo di indossare la mascherina su tutti i pontili fino al raggiungimento della propria imbarcazione.

Vita notturna: regole e orari

La vita notturna sarda è stata al centro delle polemiche degli ultimi giorni. Troppi locali hanno organizzato serate senza imporre il rispetto delle regole anti-covid. Così è arrivata la stretta del governo che ha imposto la chiusura delle discoteche e imposto la mascherina anche all’aperto nelle ore clou della giornata.

Dunque dalle 18 alle 6 la mascherina va indossata anche all’aperto nei luoghi dove non è possibile rispettare la distanza di sicurezza.
Nei ristoranti la mascherina si può togliere solo una volta giunti al tavolo. Il personale invece la deve sempre indossare. I tavoli devono essere distanziati fra loro.

Alcuni comuni si sono organizzati con delle ordinanze per evitare ulteriori occasioni di assembramento. A San Teodoro località della movida sarda non si può andare in spiaggia oltre le 22.

Rientro dalle vacanze: tampone al porto

Il gran numero di persone positive al rientro dalle vacanze in Sardegna sta preoccupando le altre regioni. Al momento non ci sono normative da seguire. Solo il Lazio ha attrezzato l’area degli sbarchi a Civitavecchia con una postazione per il tampone rapido. Non c’è obbligatorietà, ma si invitano tutti i vacanzieri a farlo per una maggiore sicurezza.

Consigli per una vacanza in Sardegna ai tempi del coronavirus

La Sardegna è una grande isola con ben 1897 chilometri di coste, con innumerevoli spiagge bellissime, tantissime delle quali ben poco frequentate. Nell’estate della pandemia il consiglio migliore è anche più ovvio è quello di evitare i luoghi più affollati. Ritrovarsi nella spiaggia del Pevero a Porto Cervo ad esempio tutti stipati ha ben poco senso quando c’è la spettacolare ed enorme spiaggia dell’Aglientu dove potete stare a debita distanza da tutti e godere di uno dei mari più belli di tutta l’isola.
L’unica nota positiva del Covid doveva essere quella di spingerci a conoscere posti meno turistici. Doveva essere l’estate dei borghi, dei luoghi sconosciuti, si è rivelata essere la solita estate, con i soliti luoghi e le solite folle.

Spiagge più belle della Sardegna

Passato Ferragosto molti dei vacanzieri hanno già fatto la valigia, quindi l’isola ora è meno presa d’assalto. Ma comunque se dovete ancora andare in vacanza in Sardegna approfittatene per vedere luoghi meno scontati dell’isola. La costa ovest ad esempio pullula di spiagge bellissime, ma poco conosciute oltre alle famose Is Arutas o Cala Domestica. Il Sud della Sardegna con l’Isola di San Pietro e Sant’Antioco ha luoghi bellissimi, così come tutta la costa con Sant’Anna Arresi, Porto Pino o la zona di Chia. E sempre al Sud tutta la costa Rei, chilometri e chilometri di spiaggia dove non è troppo difficile evitare assembramenti. Inoltre ci sono luoghi spettacolari e poco affollati della Sardegna: canyon e piscine naturali.

Il consiglio dunque per chi va in vacanza in Sardegna è di andare nella parte ovest e sud, evitando qui la Costa Smeralda troppo presa d’assalto. Oltre a vedere luoghi bellissimi che nulla hanno da invidiare ai posti più blasonati, a ringraziarvi sarà anche il portafoglio!

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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Cinzia Zadro