L’appello per salvare Furia, la femmina di capodoglio incastrata con la pinna caudale nella rete dei pescatori.
Serve l’aiuto di tutti. Il WWF ha lanciato un appello a tutti gli italiani e a tutti coloro che si trovano in vacanza nel nostro paese, nello specifico nel tratto di mare eoliano. Il motivo è legato ad un capodoglio, chiamato Furia, che ha la coda, pinna caudale, impigliata in una rete da pesca. Vittima del bycatch, questo gigantesco animale, è riuscito comunque a liberarsi, fa immersioni di circa 40 minuti, ed è ferito. Da giorni gli operatori della Guardia Costiera, i veterinari e i biologi stanno cercando di monitorarlo, seguirlo e liberarlo, ma il giovane capodoglio è molto agitato e non si presta alle operazioni di soccorso.
Furia è una femmina, è stata avvistata il 18 luglio al largo dell’isola di Salina, ma riuscire a liberarla è diventata ormai una corsa contro il tempo per cercare di salvarle la vita. Il giovane capodoglio è lungo circa 10 metri, ma è molto agitato e nonostante gli interventi di attivisti e biologi della zona, ancora non si è riusciti a liberarlo. A oggi quindi è importane l’aiuto di tutti, come ha spiegato il Presidente del WWF: chiunque dovesse vederlo lo segnali telefonando al 1530.
I capodogli, chiamati anche capoccioni del mare, sono animali giganteschi, ma molto fragili. Per vivere privilegiano zone che gli permettono immersioni molto profonde e ricche di seppi e calamari di cui sono ghiotti. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha infatti indicato questi animali come specie in pericolo di estinzione per via di diversi fattori:
Se vi state chiedendo cosa sia il Bycatch nello specifico si tratta proprio del rimanere impigliati accidentalmente in delle reti da pesca. Ma non si tratta di reti qualsiasi, anzi. Capita che delfini, capodogli e grampi si avvicinino alle attrezzature da pesca, ma in alcuni casi nel tentativo di strappare un po’ di pesce dalle reti possono rimanere incastrati.
Il video del capodoglio furia
Questo capita maggiormente con le rete pelagiche, le spadare, oggi messe al bando ma utilizzate ancora illegalmente. Si stima purtroppo che ogni anno muoiano per colpa del bycatch circa 300 mila esemplari di cetacei.