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Consigli di viaggio

Vacanze in Svezia, niente voli diretti dall’Italia

La Svezia è il Paese che più preoccupa in Europa. Frontiere chiuse, tranne che in Italia, Francia, Croazia e Spagna

La Svezia è considerata il focolaio d’Europa

Prima della pandemia quasi per ogni cosa se c’era un Paese da prendere ad esempio quello era la Svezia. Paese leader della Scandinavia, faro dei diritti civili e delle innovazioni in tutti i campi. Ma adesso dopo l’ondata pandemica che ha spazzato via molte certezze, l’Europa guarda con occhi diversi alla Svezia. E il segnale più evidente di questo diverso atteggiamento sono le frontiere chiuse. Ai cittadini svedesi è infatti vietato l’ingresso in moltissimi Paesi dell’Unione. In Italia no, sebbene al momento non ci siano voli diretti con Stoccolma, ma serva fare scalo in Germania, o Francia. Insomma, confini aperti, ma faticosi da raggiungere.

Svezia, i Paesi che hanno chiuso i confini

Se molti Paesi europei chiudono le frontiere agli svedesi è perché la mortalità da Covid-19 in Svezia è la più alta d’Europa. La Svezia ha registrato 5400 decessi su una popolazione di 10 milioni di abitanti. Impressionante il confronto con i suoi vicini: appena 251 morti in Norvegia, 321 in Finlandia, 607 in Danimarca. Ora si punta il dito contro le politiche di salute pubblica che sono state in netta controtendenza col resto del Continente: nessuna chiusura. In Svezia tutto è proseguito normalmente: scuole, bar, ristoranti, teatri, tutto aperto. Ora però i suoi numeri spaventano e qualcuno considera la Svezia il focolaio d’Europa. Tant’è che le chiudono le frontiere. E in patria si dice ‘avremmo potuto fare di meglio’.

Quando l’Europa ha riaperto le sue frontiere interne solo Italia, Francia, Spagna e Croazia hanno accettato l’ingresso anche dei cittadini svedesi, mentre altri Paesi hanno scelto di non aprire. L’Austria continua a non dare accesso; la Grecia nelle sue riaperture scaglionate aprirà agli inglesi dal 15 luglio, ma non ha detto una parola sugli svedesi. L’Olanda fa entrare gli svedesi, ma richiede la quarantena, anche se volontaria, di una settimana.

Ma soprattutto a non aver riaperto le porte agli svedesi ci sono i vicini di casa, quei Paesi del Nord in cui la libertà di movimento è in vigore da decenni, ancor prima della nascita dell’Europa e anzi è stata fonte d’ispirazione per la creazione dell’Unione. Eppure nulla da fare, con grande rammarico della Svezia.

La Danimarca dopo la chiusura dei suoi confini ha dapprima riaperto ai Paesi Scandinavi, Svezia esclusa, poi ha riaperto a tutti i Paesi dell’Unione e nuovamente ha escluso la Svezia. D’altronde la soglia imposta dalla Danimarca per far entrare i viaggiatori è massimo 20 positivi ogni 100 mila abitanti. La Svezia ne ha 67. E ai danesi che vanno in Svezia è imposta la quarantena al rientro.

Svezia e Italia: viaggi possibili, ma senza voli diretti

Mentre gli scandinavi si mostrano estremamente prudenti al limite di sfiorare una crisi diplomatica, l‘Italia ha da subito aperto i suoi confini a tutti i Paesi dell’area Schengen. Dal 3 giugno i confini italiani sono aperti anche per gli svedesi senza obbligo di quarantena. Lo stesso hanno fatto Francia, Spagna e Croazia.

La Svezia non ha mai chiuso i suoi confini quindi chi volesse andare a Stoccolma o vuole fare un viaggio a Goteborg o Malmo, può prendere un aereo e partire. Ma è qui che iniziano i problemi. Al momento non ci sono infatti voli diretti fra l’Italia e la Svezia. Non sono ancora stati ripristinati e non è chiaro quando ciò succederà. Chi volesse andare in Svezia si deve quindi armare di pazienza e prevedere uno scalo a Francoforte o a Parigi. Nonostante il disagio i prezzi dei voli fra Roma e Stoccolma con uno o due scali, non sono molto alti, ma dovete mettere in conto una giornata di viaggio.

Cinzia Zadro

Giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, web content editor e social media manager. Ho da sempre un'innata curiosità per tutto quello che mi circonda: da bambina mi immaginavo detective e indagavo su tutto per scoprire la verità, immaginandomi protagonista di casi polizieschi e di inchieste giornalistiche (e solitamente era peluche orso il colpevole!). Ho fondato il giornalino scolastico quando avevo 9 anni e da allora non ho mai smesso di scrivere. Ho sempre lo zaino in spalla: adoro viaggiare, scoprire nuove culture, nuovi posti e poterli raccontare. Qualsiasi posto infatti racconta una storia che io voglio conoscere. Quando non scrivo al pc o non sono in viaggio, mi trovate sul palco ad improvvisare oppure a fare trekking con il mio cane o nei reparti di pediatria come clowndottore.

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